Storia della libertà di stampa: la mostra alle Poste di Trieste
Francesco D. Severi
TRIESTE È stata inaugurata a Trieste “Da Gutenberg all’intelligenza artificiale, la libertà di stampa raccontata dai francobolli”, la mostra nata per raccontare l’evoluzione di un diritto fondamentale come quello all’informazione attraverso i francobolli e visitabile nel palazzo delle Poste di piazza Vittorio Veneto fino al prossimo 1° luglio.
Alle Poste di Trieste la mostra sulla storia della libertà di stampa
L’esposizione, che nasce come naturale conseguenza del francobollo emesso negli anni scorsi per celebrare il 140° anniversario della nascita de Il Piccolo, è stata aperta da una tavola rotonda che verteva sulle più serie problematiche che affliggono il mondo dell’informazione in Italia, 41ª per libertà di stampa sui 189 Paesi presi in esame da Reporters Sans Frontiers e preceduta in questa classifica persino dalle Isole Seychelles.
Paola Dalle Molle, vicepresidente dell’Odg del Fvg nonché una delle uniche 5 donne a ricoprire questa carica in tutta Italia, ha messo il focus proprio sulla parità di genere nel giornalismo portando alla luce dati che rappresentano con eloquenza la gravità della situazione. Su tutti, quello che vede un gender pay gap di 13 mila euro l’anno e la scarsa rappresentanza femminile ai vertici delle redazioni nonostante un sostanziale equilibrio tra uomini e donne iscritti all’Ordine.
Tuttavia, proprio Il Piccolo rappresenta una nota lieta essendo Roberta Giani l’unica direttrice donna di una testata giornalistica nel Triveneto e tra le poche su scala nazionale.
Fabiana Martini di Articolo 21 e Assostampa ha invece messo la lente sui problemi legati alla sicurezza di chi esercita la professione e si vede spesso costretto ad affrontare vessazioni, querele ed anche aggressioni.
È infatti decisamente preoccupante il dato che vede 721 giornalisti vittime di minacce nell’ultimo anno e 22 di questi costretti a vivere sotto scorta. Infine, lo scrittore e giornalista Letterio Scopelliti – già inviato di guerra nei Balcani – ha fatto un’autentica radiografia del giornalismo italiano con una diagnosi ben precisa che vede nelle fake news il virus da combattere. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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