“Io e il caffè”: la nuova la rubrica del Piccolo ci racconta gli aromi e le storie da scoprire dentro una tazzina
Dall’anziana barista all’atleta che si carica con un “nero”: ogni sabato dal 10 giugno la rubrica che racconta riti e gusti dei triestini e i segreti svelati da Bazzara
Francesco Codagnone
TRIESTE Le prime luci di un sabato mattina. In un caffè come un altro, da qualche parte tra il Canale e piazza Unità. La barista alza la serranda, il cliente chiede «un capo in b, senza».
Il turista giapponese lo guarda confuso, ma dietro il bancone le sopracciglia non si sollevano di un millimetro. È il codice segreto, lessico affettivo e solo triestino: «nero», «capo», «in b», «senza», parole che messe insieme fanno la città.
La barista prepara la miscela e scalda l’acqua. La tazzina fumante invade l’aria, accompagnata da una fetta di torta: con calma, col ritmo nostro. Un gabbiano si prenderà le briciole, il turista continuerà verso il Tallero. Il fondo nero macchierà le pagine del giornale, dove si legge distrattamente: “Io e il caffè...”.
Trieste profuma di caffè. Il suo aroma si ritrova dietro gli angoli, nei bar, nei romanzi. Il chicco tostato ne misura la Storia e le sue tante piccole storie. L’anziana barista e la sua storica insegna rossa sul Canale, lo scrittore in un antico caffè letterario che ordina un «nero» dopo l’altro. Il canottiere che si dà la carica prima di una gara e le due “mule” che in un’ora riescono a fare 785 espressi. Le piccole storie e i primi ricordi di una città, Trieste, il cui caffè anima chi ne scrive e confonde chi non la conosce: le racconteremo su queste colonne, nella rubrica “Io e il caffè”. Ogni sabato a partire da domani, 10 giugno, perché il caffè come un giornale va assaporato con calma.
Ogni settimana una storia, di un triestino o di chi la città l’ha fatta sua, i suoi primi ricordi del caffè, il suo modo di ordinarlo al bar. Il suo lessico segreto, fatto di tanti termini e chicchi che saranno man mano svelati dall’azienda triestina Bazzara. E poi, dalla carta al digitale, sul sito del Piccolo il “naso raffinato” di Marco Bazzara accompagnerà dentro l’accademia di via Battisti: dal profumo del chicco al profumo vero e proprio, e ancora vino, miele, essenze di mandorle o frutti di bosco, tutti sentori che si ritrovano nelle miscela. A domani, dunque, con la prima piccola storia e i primi grandi ricordi sul caffè: e chissà che queste pagine, un giorno, non riportino pure della candidatura a patrimonio Unesco dell’amata bevanda fr.co.
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