Pallacanestro Trieste, la proprietà Usa: «Siamo delusi». Presto cambi nel management
Csg annuncia un esame di quali azioni avrebbero potuto evitare la retrocessione. Si valuta il ricorso sul caso Varese. «Abbiamo bisogno del sostegno di Trieste tutta»
roberta degrassi
Il presidente della Pallacanestro Trieste Richard de Meo con Mario Ghiacci
TRIESTE No, stavolta nessuna frase di circostanza e nemmeno giri di parole. Dopo 48 ore di riflessione la proprietà Usa della Pallacanestro Trieste, la Csg (Cotogna Sports Group) se ne esce con un comunicato che è anche la prima rivendicazione della presa di controllo effettivo della società. Dopo i programmi, stanno per arrivare le scelte. In vista cambi nella gestione della società, verrà fatta una profonda analisi di come si sarebbe potuto evitare la retrocessione, non è da escludere un ricorso in merito alla vicenda Varese con la penalizzazione prima già nata scontata da 24 punti a 16 e poi ulteriormente limata a 11.
Se c’erano dubbi se la proprietà Usa, figlia di una cultura sportiva come quella americana che non contempla il concetto della retrocessione, avesse chiaro cosa significasse la serie A adesso sappiamo che sì, l’hanno capito bene. La nota, peraltro firmata Csg e quindi a nome di tutti i soci e non solo del presidente Richard de Meo, si apre con un «Siamo profondamente delusi dal risultato ottenuto sul campo dalla Pallacanestro Trieste alla fine della regular season, ma poichè il nostro progetto non è - non è mai stato - un piano di breve periodo, i nostri obiettivi e i nostri traguardi rimangono inalterati».
E adesso arriva il primo passo che verrà compiuto che riguarderà la macchina organizzativa della società. «Nell’odierno (ieri, ndr) incontro tra i soci di Csg è stato deciso di accelerare i piani per attuare il miglioramento organizzativo interno del club e di continuare a costruire una solida base imprenditoriale per il futuro successo della Pallacanestro Trieste. Con il massimo rispetto per tutte le persone che sono parte del club e per il loro lavoro di questi anni, crediamo che una serie di cambiamenti porterà a ua rinascita». Finora c’erano stati solo apprezzamenti per il lavoro svolto dallo staff biancorosso, delegando con fiducia le scelte e le linee gestionali all’anima italiana e storica della Pallacanestro Trieste che ha in Mario Ghiacci il simbolo. Questa nota indica un cambio di rotta e strategia, anche se non scende nei dettagli nell’indicare ruoli e uomini. Va ricordato che per oltre due mesi Csg non si è limitata a seguire la Pallacanestro Trieste con conference call e quel paio di blitz effettuati ma ha lasciato all’Allianz Dome un uomo di fiducia, il fratello del managing director di Csg Prabhdeep Sekhon, che ha prodotto puntuali relazioni su tutto quanto ha visto nel basket italiano.
La proprietà Usa annuncia anche che effettuerà «una revisione completa di quali azioni avrebbero potuto evitare questa situazione creando le condizioni affinchè un simile contesto non abbia mai a ripetersi. Altresì è da sottolineare che vi sono stati fattori esterni che hanno portato conseguenze negative alla Pallacanestro Trieste e possiamo confermare che stiamo valutando, assieme ai nostri legali, il percorso migliore per impugnare questo risultato». Anche se non viene nominata direttamente è evidentemente il riferimento al caso Varese.
De Meo e gli altri soci proseguono ricordando che porteranno avanti i piani già delineati per «modernizzare, digitalizzare e in generale far progredire tutti gli elementi di performance, commerciali e operativi del club. Ciò è necessario per creare una solida base su cui poggeranno i futuri successi sportivi».
Tutto questo, viene sottolineato «risponde alla volontà di raggiungere al più presto i risultati attesi da tutti: da Csg, dalle persone che lavorano ogni giorno in Pallacanestro Trieste e dai tifosi. E più che mai, abbiamo bisogno del sostegno e dell’appoggio di Trieste tutta». —
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