La scienza in tre minuti: Angelo e Lucia sbaragliano FameLab a Trieste
I due vincitori, entrambi dell’Università di Padova, accederanno alla finale nazionale
Sara PICCIONE
I vincitori della selezione triestina di FameLab Angelo Scopano e Lucia Zanetti
TRIESTE Raccontare la scienza in tre minuti, anche ai non addetti ai lavori e utilizzando solo le proprie capacità comunicative. È la sfida lanciata da FameLab, il talent show internazionale della comunicazione scientifica organizzato in città da Università di Trieste, Università di Udine, SISSA, Comune di Trieste e dall’Immaginario scientifico, che ha ospitato la selezione locale.
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La gara triestina permetterà ai due concorrenti eletti vincitori, Lucia Zanetti e Angelo Scopano – rispettivamente dottoranda e borsista di ricerca in chimica all’Università di Padova - l’accesso alla finale nazionale. Il campione italiano concorrerà poi alla finale internazionale.
La sfida
A sfidarsi nel corso dell’evento, giunto alla sua undicesima edizione, sono stati ricercatori under 35 provenienti, oltre che dai due atenei regionali, anche da Ogs, Ictp, Elettra Sincrotrone, Università di Trento e Università di Padova. A valutare le loro capacità comunicative una giuria di esperti e il pubblico, composto dagli studenti delle scuole superiori Galilei, Carducci-Dante e Deledda-Fabiani di Trieste e dal Duca degli Abruzzi di Gorizia.
Importante novità dell’edizione 2023 è stata l’apertura della competizione anche alle scienze sociali e umanistiche, in linea con l’idea, espressa anche da Serena Mizzan, direttrice dell’Immaginario Scientifico, che “non esista nessun confine invalicabile tra le discipline, FameLab fa un passo verso l’abbattimento di questo sottile muro che sembra distinguere le scienze umanistiche da quelle, cosiddette, dure”.
Argomenti multidisciplinari
La multidisciplinarità ha caratterizzato la mattinata di talk, che hanno trattato ambiti e argomenti molto diversi tra loro. Dalle piattaforme innovative usate per ricostruire la storia della navigazione passando per lo studio delle grandi sorgenti di luce e attraverso il racconto della storia della catastrofe ultravioletta. Dal modo in cui il cervello elabora e comprende il linguaggio, passando per come reagisce al fallimento, fino ad arrivare all’influenza che su di esso possono avere i batteri prodotti nell’intestino.
Anche la psiche umana è stata oggetto di due interventi incentrati, rispettivamente, sul bias del sopravvissuto applicato alle scienze statistiche e sull’ansia, che unisce popoli e culture. Non solo, al centro delle presentazioni dei ricercatori ci sono stati anche transizione ecologica e cambiamento climatico osservati dalla prospettiva giuridica – come risolvere il trilemma dell’energia per averne di pulita, economica e abbondante – e scientifica, attraverso la missione di comprensione dei gas idrati e il tentativo di replicazione della “furbizia” delle piante con i pannelli fotovoltaici.
Lo spirito divulgativo
Il tutto è stato reso coinvolgente anche per i non esperti, in linea con lo spirito divulgativo di FameLab, che è emerso anche dalle parole di alcuni concorrenti. “Facendo il dottorato ho modo di fare delle conferenze, che però si rivolgono ad un target totalmente diverso. Mi piace l’idea di dovermi sforzare per rendere le cose più semplici” ha affermato Teresa Baggio, dottoranda in scienze cognitive all’Università di Trento. Concorde sulla indispensabilità di “uscire dalla roccaforte della ricerca e diffonderne il messaggio” è anche Guido Befani, - ricercatore in Diritto amministrativo all’Università di Trieste - che ha definito la divulgazione come “una delle grandi missioni della comunità accademica”. Ad arricchire la mattinata di FameLab sono stati anche Thomas Gasparetto, ex FameLabber e astrofisico di INAF – che, intervistato dalla climatologa dell’ICTP Rita Nogherotto ha raccontato la sua esperienza di ricerca alla base italo-francese Concordia, in Antartide.
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