Banda delle ruspe: condannati a 24 anni i tre autori dei furti
Erano in quattro, Uno annegò nell’isonzo

GRADISCA Ci sono anche i furti di una macchina a Savogna e di un veicolo aziendale a Gradisca tra i reati per cui il tribunale collegiale di Pordenone ha condannato a 24 anni e 10 mesi di reclusione ciascuno, e 6.370 euro di multa, i componenti della cosiddetta “Banda delle ruspe”.
A Maricel Borsan, 27 anni, Marius Sociu, 23, Iulian Gicu Dobre, 25, di nazionalità romena, in custodia cautelare in carcere, è arrivata ieri la stangata per i primi 21 capi d’accusa.

In aula c’era il pm Federico Baldo, che ha coordinato l’indagine della squadra mobile di Pordenone, agli ordini del vicequestore aggiunto Andrea Rosato.
Gli investigatori hanno dato nomi e volti ai componenti della banda e ricostruito meticolosamente il modus operandi. Dobre e Sociu sono stati catturati in Romania con mandato d’arresto europeo, Borsan è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia in carcere dove era finito dopo un inseguimento iniziato a Spilimbergo e finito a Peteano con l’auto dei banditi contro il guardrail. Un quarto complice è annegato nell’Isonzo, nel tentativo di sottrarsi alla cattura.

Ieri il collegio, presieduto dal giudice Eugenio Pergola, a latere Milena Granata e Francesca Vortali, ha applicato la continuazione solo fra i reati commessi in ciascuno dei tre raid notturni infliggendo 9 anni per i 13 reati perpetrati fra il 16 e 17 febbraio 2021 (il tentato assalto a un distributore di Sant’Antonio di Porcia, i furti di auto per la fuga a Savogna d’Isonzo, di auto e materiali a San Michele al Tagliamento, di un pick up a Pordenone e di una pala gommata a Roveredo in Piano); altri 5 anni e 11 mesi per il secondo raid nella notte fra il 7 e l’8 marzo 2021 (furto a un distributore di San Vito al Tagliamento, di un mezzo aziendale alla Stampi e compensati curvi di Gradisca e di una pala meccanica a San Vito); infine 5 anni e 11 mesi per gli episodi del 25 marzo 2021 (la spaccata al tabacchino annesso al distributore di Arba e il tentato assalto al distributore Conad al Città Fiera e il furto di una pala meccanica a Martignacco e a Spilimbergo «una violenta resistenza a una pattuglia dei carabinieri che li aveva incrociati durante la loro fuga», ha sottolineato il procuratore di Pordenone Raffaele Tito). Il tribunale collegiale ha riqualificato la resistenza a pubblico ufficiale in rapina impropria: i banditi in fuga hanno lanciato due estintori da 9 kg ciascuno contro l’auto del Norm di Spilimbergo che li inseguiva dopo il furto di un Volvo V50 a Manzano e il colpo al Città Fiera e hanno spruzzato la polvere degli estintori per azzerare la visibilità. Gli imputati sono stati condannati a risarcire i danni alla Kuwait petroleum Italia spa, costituita parte civile.
A giugno, dinanzi al gup Monica Biasutti, una nuova udienza preliminare attende i tre romeni. Mentre i legali Alessandro Magaraci e Nicola Rago si preparano all’appello, il procuratore Tito ha precisato che sono ritenuti «responsabili di altri 20 episodi predatori» per ulteriori 122 capi d’accusa. In questo caso le indagini riguardano gli assalti alle colonnine self-service dei distributori nelle province di Pordenone, Udine, Gorizia, Trieste, Treviso, Padova, Vicenza, Rovigo, Ferrara, Modena, Bologna, Parma e Pavia. —
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