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Wärtsilä, il pressing dei sindacati dopo la presentazione delle tre manifestazioni di interesse

I rappresentanti sindacali chiedono garanzie sul piano industriale e occupazionale

Aggiornato alle 2 minuti di lettura

Il sito di Wartsila a Bagnoli della Rosandra 

 

TRIESTE La soddisfazione dei sindacati c’è, ma è soltanto parziale, al termine dell’atteso tavolo sulla vertenza sulla vertenza Wärtsilä convocato giovedì mattina al ministero delle Imprese e del Made in Italy.

I rappresentanti sindacali nutrivano la speranza che la partita potesse essere chiusa in giornata con i nomi delle realtà industriali interessate a subentrare ai finlandesi nel sito di Bagnoli della Rosandra.  L’advisor nominato dall’azienda, Piero Fossati, si è invece limitato a rendere note le manifestazioni di interesse pervenute, che per ora sono ufficialmente tre.

Non è escluso che possano arrivarne altre. L’advisor ha comunicato infatti che le porte verranno tenute aperte fino al 14 di aprile, per eventuali altri soggetti interessati a far pervenire delle proposte.

Ecco le reazioni dei sindacati subito dopo il vertice

Uilm: occorrono garanzie sul piano industriale

«La conferma delle manifestazioni di interesse alla reindustrializzazione della parziale dismissione di Wärtsilä Italia segna l'avvio di un percorso per individuare i possibili investitori che possano assicurare una solida prospettiva industriale all'area produttiva del sito triestino. Nelle prossime settimane dovranno essere analizzati i piani industriali proposti dai soggetti interessati per individuarne quello o quelli che offriranno le maggiori garanzie industriali e occupazionali».

Lo affermano Guglielmo Gambardella, segretario nazionale Uilm, e Antonio Rodà, segretario Uilm Trieste-Gorizia, al termine dell'incontro al Mimit. «Riteniamo che il processo di verifica vada effettuato nel più breve tempo possibile, anche in funzione della prevista scadenza di settembre della cessazione dell'attività produttiva dichiarata da Wärtsilä Italia», aggiungono.

«Questa fase della vertenza potrà ritenersi conclusa solo quando entrambe le condizioni sul piano industriale di Wärtsilä  Italia e la reindustrializzazione troveranno soddisfatte sia le organizzazioni sindacali che le istituzioni».

«Abbiamo fatto appello al senso di responsabilità da parte delle istituzioni, a tutti i livelli, affinché ognuno faccia la propria parte per il bene dei lavoratori - concludono - È necessario che il patto sottoscritto il 29 novembre fra sindacati, Mimit, Regioni e Comuni si concluda con un accordo che veda la firma degli stessi soggetti interessati che si impegnano in un positivo epilogo della vertenza».

Usb: “Basta procrastinare sul futuro investitore di Wärtsilä

«Ancora non c'è il nome del futuro investitore» per il sito produttivo di Wärtsilä a Bagnoli della Rosandra. «Questo non va bene. Bisogna chiarire le condizioni di subentro del nuovo soggetto industriale. Deve mantenere l'intero perimetro occupazionale di partenza. Wärtsilä ha inoltre una forte storia contrattuale, chi prenderà il suo posto deve garantire tutele e salari. Il Ministero se ne faccia garante: no a una nuova Gkn».

Lo ha detto Sasha Colautti, responsabile nazionale Usb lavoro privato e industria, al tavolo sulla vertenza Wärtsilä . «Chiediamo di arrivare al tavolo del 18 aprile con dei nomi, basta procrastinare». «Ora bisogna infatti comprendere quale sia il valore dell'operazione industriale che si sta facendo verso lo stabilimento, a partire dal tema della strategicità del sito». L'Usb, ricorda Colautti, «non ha sottoscritto l'accordo con Wartsila perché non sono chiari gli elementi di responsabilità sociale e le condizioni di subentro»: «non basta garantire i 330 posti in immediato pericolo ma il perimetro industriale di partenza di Wärtsilä, prima dunque della dichiarazione di esubero». Secondo il sindacalista, inoltre «non basta riempire il sito, va garantita la filiera» produttiva territoriale, «a partire da portualità ed extra-doganalità, che devono essere ambiti collegati».

Fiom: “Accelerare soluzioni industriali e occupazionali”

«Quello svolto oggi presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla vertenza Wartsila è stato un incontro interlocutorio: le tre aziende che, come riferito dalla multinazionale, hanno manifestato interesse per la reindustrializzazione del sito di Trieste non hanno allo stato presentato progetti concreti, suscettibili di una valutazione compiuta da parte delle organizzazioni sindacali».

Lo dichiarano in una nota congiunta Luca Trevisan, segretario nazionale Fiom-Cgil e Marco Relli, segretario generale della Fiom-Cgil di Trieste. E spiegano: «Il confronto aggiornato al 18 aprile prossimo dovrebbe, quindi, assumere il significato di un avanzamento del confronto dato che ci aspettiamo l’avvio di un negoziato su progetti concreti a salvaguardia dell’occupazione dei lavoratori, diretti e dell’indotto, in coerenza con l’originaria vocazione industriale del sito. È necessaria, inoltre, una verifica sul piano industriale di Wartsila Italia riferito al triennio 2023- 2025 per rafforzare gli impegni industriali della multinazionale e i vincoli sociali all’occupazione. Anche per questo - concludono -la Fiom chiede al Governo di intervenire e di svolgere un ruolo attivo sulla vertenza utilizzando tutte le leve e gli strumenti di cui dispone».

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