Wärtsilä: le battaglie da vincere
ROBERTA GIANI
La campagna elettorale per le regionali entra negli ultimi quindici giorni. Piovono su Trieste, su Gorizia e sull’intero territorio regionale ministri, sottosegretari, leader di partito. Si attendono la presidente del Consiglio e i due vicepresidenti, tutti insieme. Si attende la nuova leader dell’opposizione.
Approfittiamone. Incalziamoli sulla vertenza Wärtsilä, la più delicata che Trieste sta vivendo, perché in ballo c’è la reindustrializzazione del sito, dopo la decisione brutale del colosso finlandese di fermare la produzione dei suoi grandi motori, mandando a casa 451 dipendenti, mettendo in crisi l’indotto, liquidando una fabbrica storica e il suo sapere.
Il 23 si riunisce il tavolo al Mimit (e colpisce che a presiederlo non sia il ministro titolare): Regione e parti sociali reclamano proposte industriali serie che consentano non solo di salvaguardare l’occupazione, e su questo c’è chi esprime «cauto ottimismo», ma di mantenere Bagnoli nella filiera della navalmeccanica.
Un obiettivo, quest’ultimo, persino più complicato della tutela dei posti di lavoro ma non meno importante. Non per una città, la nostra, che si gioca da sempre il suo destino sul mare.
Trieste, la stessa che ieri si divideva tra l’addio a Franco Rotelli e il nuovo omaggio ad Antonio Santin, ha saputo unirsi su Wärtsilä: i lavoratori, i sindacati, la Regione in prima linea e le istituzioni tutte, i partiti di maggioranza e opposizione, Confindustria, il vescovo, i cittadini hanno “imposto” al precedente governo e al precedente parlamento di occuparsi di Bagnoli. Hanno costretto la multinazionale finlandese, complice una storica sentenza del tribunale, a trattare.
Non basta, però: abbiamo ancora tutto da perdere. Non dimentichiamocelo proprio adesso. Non lasciamo che nessuno se ne dimentichi, si accontenti o strumentalizzi, quando mancano pochi giorni al voto. È la nostra storia. È il nostro futuro. —
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