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Crisi alla Tirso di Muggia, 47 lavoratori a casa da lunedì: in gran parte sono donne

Cgil: “La scelta è sconcertante anche come tempistica, perché ci ha impedito di poter indire nei tempi utili un’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici e di avviare con l’azienda una fase negoziale”

Ugo Salvini
Aggiornato alle 1 minuto di lettura

TRIESTE Sono 47, in gran parte donne, tutti con contratto di lavoro in regime di “somministrazione”, i dipendenti della Tirso che, da lunedì, saranno rimandati a casa.

Lo hanno comunicato stamattina, sabato 4 febbraio, i rappresentanti sindacali Nicola Dal Magro, segretario provinciale della Nidil - Cgil, e Fabrizio Zacchigna, che ricopre la stessa carica in seno alla Filctem - Cgil, a loro volta informati ieri dalla proprietà dell’azienda.

“La scelta della Tirso, oltre a essere gravissima sotto il profilo occupazionale - hanno detto stamattina i due sindacalisti - è sconcertante come tempistica, perché ci ha impedito di poter indire nei tempi utili un’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici e di avviare con l’azienda una fase negoziale. In giornata - hanno annunciato - chiederemo agli assessori regionali Rosolen e Bini di intervenire”.

La solidarietà di don Malnati, vicario della Diocesi di Trieste

«Come delegato per il laicato della diocesi sono particolarmente vicino ai lavoratori della Tirso di Muggia e alle loro famiglie per la situazione che si è venuta a creare per la sicurezza dei posti di lavoro. Auspico un impegno anche delle istituzioni per questa problematica».

È il tweet postato oggi da don Ettore Malnati, vicario della Diocesi di Trieste, in riferimento alla situazione della azienda tessile Tirso.

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