Morto Giuseppe Bono, in Fincantieri bandiere mezz'asta e un minuto di silenzio
In tutte le sedi del gruppo, pianificate anche altre iniziative. La sala consiglio di via Genova verrà intitolata a lui

TRIESTE Il gruppo Fincantieri ha deciso di adottare una serie di iniziative di commemorazione in memoria di Giuseppe Bono, morto ieri a 78 anni pochi mesi dopo avere lasciato l’azienda di cui è stato il timoniere per vent’anni.
Fino al giorno delle esequie, previste per sabato 12 novembre, saranno esposte le bandiere a mezz'asta in tutte le sedi e negli stabilimenti del Gruppo. L'azienda ha osservato oggi un minuto di raccoglimento alle 12.
Per celebrare il contributo di Bono nella vita della società, la Sala Consiglio della sede di via Genova a Trieste verrà intitolata alla sua memoria. Verrà inoltre attivata una borsa di studio a suo nome per ricordare i valori della formazione e della dedizione al lavoro, che hanno sempre contraddistinto il suo operato.
Venerdì è in programma la Camera ardente al Campidoglio dalle 10. I funerali saranno celebrati sabato alle 12 nella Basilica di Santa Maria Degli Angeli a Roma.
La morte di Bono ha suscitato il cordoglio dell’intera nazione, a partire dal presidente Sergio Mattarella e dalla premier Giorgia Meloni fino ai sindacati, passando per l’imprenditoria.
Il Capo dello Stato ha inviato ai familiari del manager «un messaggio nel quale esprime il cordoglio della Repubblica e la sua solidarietà e personale vicinanza». Vicinanza che ha espresso il ministro della Difesa Guido Crosetto dando la notizia via twitter della scomparsa di «Peppino. Un amico fraterno, grande uomo, straordinario capitano d'industria» che ha risollevato dalla «grave difficoltà» quella Fincantieri che «ora ha i migliori prodotti al mondo».
Uno dei concetti, questo del manager capace di creare ricchezza per il Paese, che si rincorrono in moltissime dichiarazioni, come quella del presidente del Senato Ignazio La Russa. Così in un post sui social la premier Meloni definisce Bono «storica guida di Fincantieri e figura di riferimento dell’industria italiana» parlando di «dolorosa perdita per tutta la Nazione». Tanti i ministri che omaggiano il capitano d’industria: da Giancarlo Giorgetti a Anna Maria Bernini, da Adolfo Urso a Daniela Santanchè e Gilberto Pichetto. Fra le voci dal governo anche quella del sottosegretario al Mef Sandra Savino, che ricorda il manager «appassionato e competente». Da Roma, ancora - fra gli altri - il cordoglio del leader M5S Giuseppe Conte e dell’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando.
Bono viene ricordato in tutta Italia per la sua visione. A Trieste e in tutta la regione, le espressioni di cordoglio sono copiose. A partire da quella del presidente Massimiliano Fedriga a nome della comunità regionale: «Se ne va una figura importante per la comunità nazionale e regionale, che ha contribuito in prima persona al nostro sviluppo industriale. Un manager in grado di creare le premesse per un futuro solido anche dopo il suo mandato», dice il governatore evidenziando come «la capacità strategica di Bono, unita alla dedizione alla causa del lavoro interpretato come elemento primario per la crescita dell'azienda che per tanti anni ha guidato, lo ha sempre caratterizzato». Parole cui si aggiungono quelle del vice Riccardo Riccardi e di Sergio Emidio Bini, mentre dall’Aula - con le condoglianze anche a nome del Consiglio regionale - arrivano quelle del presidente Piero Mauro Zanin cui si aggiungono i gruppi Pd e M5s.
Tanti i messaggi di esponenti politici. La presidente del Pd alla Camera Debora Serracchiani ricorda quel Bono «che aveva fatto del suo lavoro una straordinaria passione mettendola a servizio dell'economia nazionale», e la senatrice dem Tatjana Rojc parla di manager che si era guadagnato «la stima di uomini di governo e di sindacati»; lo aveva fatto da «grande amministratore, competente, capace, efficace», aggiunge il presidente di Italia Viva Ettore Rosato; l’ex governatore Renzo Tondo sottolinea come l’Italia e il Fvg «devono molto a un capitano d'industria che ha sempre avuto a cuore gli interessi del Paese».
E se il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza si rammarica di aver «perduto uno dei miei più grandi amici della vita», esempio «per quelle nuove generazioni di manager chiamate a proseguire sempre più la sua opera», dall’Autorità portuale il presidente Zeno D’Agostino annota come Bono abbia «saputo interpretare ai massimi livelli l’immagine di un settore di cui è stato leader indiscusso e quindi testimonial del miglior made in italy. Ha saputo anche valorizzare lo storico legame tra porto e cantieristica che è sempre stato strategico per il nostro territorio».
Una impronta forte, quella lasciata, come riconosce il tessuto imprenditoriale a partire dal presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti. Confindustria Udine, in testa il presidente Gianpietro Benedetti, rende «onore al self made man, all'uomo d'industria e di Stato, valente manager di lungo corso». E così come fa Giovanni Da Pozzo, presidente della Camera di Commercio Pordenone-Udine e di Confcommercio Fvg, anche Antonio Paoletti, presidente dell’ente camerale della Venezia Giulia, ricorda le «molte occasioni di condivisione e progettualità» avute con Bono «su un territorio produttivo in cui Fincantieri è tassello fondamentale e volano economico».
Dai sindacati, la sintesi è della Cgil di Maurizio Landini che saluta «una controparte affidabile, non facile». E in Fvg il segretario generale William Pezzetta parla di «interlocutore leale e di grande spessore, anche» in «confronti aspri come quelli sugli integrativi Fincantieri, sul sistema degli appalti e sui protocolli di legalità. Tavoli che ci hanno visto spesso su posizioni molto distanti, ma sempre nel pieno rispetto del ruolo e della dignità delle controparti». Rispetto e ascolto evocati da Alberto Monticco, che con la Cisl Fvg riconosce al manager «non solo il merito di aver reso Fincantieri quello che è, un player mondiale, ma anche di essere stato un interlocutore sempre attento e disponibile». —
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