Trieste scende in piazza il 3 settembre per la Wärtsilä. Sciopero congiunto con i portuali per il blocco dei 12 motori Daewoo
La grande manifestazione prevede anche un corteo per chiedere il ritiro dei 450 licenziamenti.

TRIESTE Una manifestazione con corteo, in programma il 3 settembre a Trieste, per chiedere il ritiro da parte di Wärtsilä della procedura di cessazione della produzione nel sito di San Dorligo della Valle e respingere i 450 licenziamenti annunciati dalla multinazionale finlandese. E uno sciopero congiunto e “a oltranza” con i lavoratori del porto di Trieste in vista dell'arrivo della nave Uhl Fusion, attesa nel weekend nel canale navigabile di Trieste e incaricata del ritiro dei primi 12 motori Wärtsilä destinati alla sudcoreana Dsme (Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering).

È quanto hanno presentato oggi, durante un incontro a Trieste, i rappresentanti territoriali di Fim, Fiom e Uilm. La manifestazione del 3 settembre, hanno spiegato le sigle, prevede la partecipazione, tra gli altri, dei rispettivi segretari nazionali. Secondo programma, il corteo partirà da Foro Ulpiano alle 17 e attraverserà le vie cittadine per concludersi in piazza Unità d'Italia.
«Facciamo un appello ai cittadini e a tutti i lavoratori del territorio - ha affermato Antonio Rodà, segretario territoriale della Uilm - al mondo delle associazioni e della società civile, affinché si uniscano compatti a questa manifestazione. Dobbiamo sollevare il problema di Wärtsilä e della questione industriale di Trieste per difendere un pezzo di patrimonio della nostra cultura industriale».

Obiettivo della manifestazione, hanno ribadito i sindacati, è quindi anche la «richiesta di un incontro urgente al Mise prima dello scadere della prima fase» della vertenza, fissato per il 14 settembre, per «chiedere l'intervento sul blocco della procedura o su un piano alternativo a Wärtsilä che garantisca la continuità di produzioni nel sito triestino, prevedendo anche l'intervento diretto dello Stato a salvaguardia delle produzioni».
Per quanto riguarda lo sciopero, della nuova azione a sostegno della vertenza Wärtsilä messa in campo da Fim, Fiom e Uilm. "Impediremo con azioni legali" il ritiro di questi motori, ha spiegato oggi Alessandro Gavagnin, segretario territoriale della Fim Cisl.

Dall'annuncio a metà luglio della cessazione della produzione nel sito di San Dorligo della Valle con il conseguente licenziamento di 450 lavoratori, sindacati e dipendenti hanno cominciato un presidio permanente davanti ai cancelli dello stabilimento per evitare che nulla potesse uscire dalla fabbrica.
Secondo l'aggiornamento diffuso oggi dai sindacati, i propulsori si trovano nei magazzini Sea Metal e devono essere spostati, via terra, nel terminal Seadock, società del gruppo Samer. La nave è partita nella notte del 21 agosto dalle coste del Marocco.

Lo sciopero congiunto riguarda tutte le attività riferite a Wärtsilä e sarà accompagnato, hanno annunciato le sigle, da una serie di assemblee convocate da Fiom, Fim, Uilm, Filt, Fit, UilTrasporti, Ugl Mare. L'iniziativa fa seguito allo stato di agitazione proclamato l'11 agosto da Filt, Fit, UilTrasporti e Ugl Mare e scatterà, secondo quanto previsto dai sindacati, non appena la nave raggiungerà la banchina.
"Aspettiamo una risposta del Mise - ha concluso Marco Relli, segretario territoriale Fiom - come sindacato metteremo in campo tutte le azioni possibili, ma serve un intervento dello Stato, perché la vertenza è nazionale e internazionale".
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