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A Gradisca mancano medici di base: «I cittadini sono in difficoltà»

Il sindaco Tomasinsig denuncia: «Manca pure il personale al Poliambulatorio». Chiesta alla Regione una risposta. «Convocheremo un incontro pubblico»

Luigi Murciano
1 minuto di lettura

GRADISCA «Da tempo attendiamo risposte dalla Regione sull’organizzazione del servizio sanitario sul territorio. Ci sono temi su cui non si può più soprassedere e sono assolutamente al fianco dei miei concittadini che lamentano disagi».

È un grido di dolore quello della prima cittadina di Gradisca, Linda Tomasinsig sulla questione della sostituzione dei medici di base che vanno in quiescenza, ma anche sull’incertezza degli investimenti sulla sanità del mandamento gradiscano e le “iniezioni” di personale al Poliambulatorio. Particolarmente sentito è il tema dei medici di base.

«Assieme agli altri sindaci – spiega Tomasinsig – ho incontrato più volte i vertici del Distretto sanitario, ai quali abbiamo rappresentato le difficoltà dei cittadini alle prese con un numero troppo basso di professionisti operanti nel consorzio. Siamo classificati da anni come zona carente e viviamo grandi difficoltà al momento delle sostituzioni per pensionamento». Gradisca finora aveva risentito solo in parte di queste difficoltà, in quanto le sostituzioni avevano comportato o l’individuazione di un sostituto o l’aumento del plafond di pazienti dei medici rimasti in servizio con riduzione della qualità della prestazione. E i nuovi medici individuati hanno sempre scelto di mantenere una sede ambulatoriale nella cittadina gradiscana.

Il termine “scelto” non è casuale, in quanto è permesso ai professionisti individuare la loro sede in uno qualunque dei 4 comuni del consorzio (Farra, Villesse, Romans oltre alla Fortezza). Finora a Gradisca non era accaduto che un medico in quiescenza non fosse sostituito da un altro medico con sede in città. È accaduto invece con il recente pensionamento del dottor Braidotti, il cui testimone è stato rilevato dalla dottoressa Campagner che ha legittimamente scelto di operare a livello ambulatoriale a Villesse e Romans. A parti invertite, era capitato invece a questi ultimi due comuni vivere lo stesso problema. Villesse rimase addirittura sguarnita. Il risultato? Kafkiano: i residenti di Villesse e numerosi tra quelli di Romans oggi devono recarsi fuori comune per le visite ambulatoriali, spesso proprio a Gradisca, mentre ora ci sono gradiscani che devono compiere il percorso inverso.

«Un grave disservizio, soprattutto per persone con ridotta mobilità o senza mezzi di trasporto. Come sindaci non possiamo incidere, sono scelte che subiamo come tutte le altre in materia di sanità e su cui vorremmo chiarezza da Trieste – prosegue il sindaco Tomasinsig –. La Regione non ha ritenuto di dare risposta. Un fatto molto grave, sul quale non mancheremo di coinvolgere i cittadini affinché dirigano le loro legittime proteste verso chi detiene la competenza in materia sanitaria. Presto convocheremo un incontro pubblico». —

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