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L’Isonzo senz’acqua e la moria di pesci: la Forestale indaga fra Italia e Slovenia

La vicenda in Regione con la relazione dell’assessore Zannier «Al vaglio eventuali omissioni o manovre idriche scorrette»

Luigi Murciano
2 minuti di lettura

SAGRADO «Approfondimenti in corso per verificare il ruolo giocato dall’esecuzione o dall’omissione di manovre idrauliche sia in territorio sloveno che italiano. E accertare eventuali responsabilità».

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È quanto ha assicurato l’assessore regionale alle Risorse ittiche, Stefano Zannier, in merito alla strage di pesci dei giorni scorsi nell’alveo dell’Isonzo tra Sagrado e Gradisca. Nella risposta a un’interrogazione presentata dal consigliere regionale Antonio Calligaris (Lega) – letta dall’assessore al Territorio Graziano Pizzimenti – Zannier ha ricostruito la vicenda, rimarcando lo stato «preoccupante» delle risorse idriche regionali a causa della perdurante siccità.

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«Nell’ultimo mese – ha affermato – l’andamento delle portate è stato molto diverso dal solito, mancando per molti giorni le portate di piena. Infatti, dai rilievi idrometrici della stazione di monitoraggio di Piuma, risulta che le portate rilasciate da Salcano dal 9 al 15 e dal 18 al 24 marzo sono state costantemente al minimo degli accordi internazionali, pari a circa 20mc/s».

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Tale andamento, combinato con la grave siccità «paragonabile solo ai mesi estivi e al massimo per un paio di giornate durante il weekend», ha giocato secondo Zannier un ruolo determinante nel provocare l’abbassamento dei livelli di deflussi superficiali e delle falde, ma sono in corso azioni di approfondimento per accertare eventuali responsabilità riconducibili a manovre, eseguite od omesse, in Italia o in Slovenia.

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L’assessore ha anche rassicurato sulla prontezza d’intervento del personale dell’Ente Tutela Patrimonio Ittico, presente sul luogo della morìa neanche un’ora dopo la visione del famoso video divenuto virale sui social. Ma realizzato, purtroppo, nel tardo pomeriggio del giorno precedente senza che le autorità venissero avvisate. La strage avrebbe dunque potuto essere forse evitata o quantomeno maggiormente contenuta.

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Le indagini sono in capo al Corpo Forestale Regionale. «È quanto mai necessario un intervento straordinario di ripopolamento ittico, per cercare, almeno in parte, di rimediare, alla moria dei pesci del fiume Isonzo – afferma Calligaris, anche su sollecitazione del collega consigliere comunale di Gorizia, Stefano Altinier –. La situazione è sicuramente straordinaria con la prolungata assenza di precipitazioni che ha ridotto anche i deflussi idrici della vicina Slovenia, ma – spiega – non sfugge l’anomalo andamento delle portate dell’ultimo mese. Le buche dell’Isonzo che per morfologia del fiume ospitano la fauna ittica e solitamente ne garantiscono la sopravvivenza, possono diventare anche delle trappole se non vengono rifornite d’acqua, come accaduto in questo caso. Per questo – conclude – trovo quanto mai corretto che siano in corso approfondimenti per verificare il ruolo giocato dall’esecuzione o dell’omissione di manovre idrauliche».

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«Ci auguriamo che emergano le responsabilità che hanno portato alla moria di pesci sull’Isonzo – afferma dal canto suo Ilaria Dal Zovo, consigliere isontino M5S –. Ma, considerato che la prolungata siccità era nota, si sarebbe potuto agire prima ed evitare questa situazione. La mancanza di precipitazioni ha raggiunto tempi e proporzioni tipici dei mesi estivi. Un fenomeno sicuramente straordinario ma che dura da mesi, tanto che sta comportando problemi in tutti i fiumi e i laghi della regione. Per questo sarebbe stato auspicabile un intervento che prevenisse la moria di pesci».

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L’episodio richiede chiarezza sulle responsabilità italiane e slovene e sul perché l’Ente tutela pesca non sia stato tempestivamente avvertito. L’auspicio è che le indagini portino al più presto ad un accertamento dell’accaduto. —

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