Accolte le ragioni della Miko contro la causa di Alcantara
I messaggi sulla microfibra Dinamica sono stati accusati di concorrenza sleale Terraneo: «La nostra comunicazione non è ambientalismo di facciata»
Stefano Bizzi
Nessun ambientalismo di facciata per la Miko. Non c’è stata concorrenza sleale perché non sono stati veicolati messaggi ingannevoli nella comunicazione commerciale “verde” dell’azienda. Il Tribunale di Gorizia ha accolto il reclamo presentato dall’azienda di via Ressel e ha revocato l’ordinanza di primo grado ritenendo infondata l’azione di concorrenza sleale promossa dalla milanese Alcantara nei confronti della realtà industriale goriziana.
Tutto è iniziato lo scorso 15 luglio quando Alcantara - in seguito alla perdita di quote di mercato e alle richieste di spiegazioni presentate da alcuni clienti in merito alle politiche di sostenibilità ambientale dei suoi prodotti - aveva depositato un ricorso al Tribunale civile di Gorizia in cui chiedeva l’inibizione dei messaggi di tipo ambientale della società goriziana legati alla fibra Dinamica, questo perché li riteneva ingannevoli e quindi fonte di concorrenza sleale. Il 25 novembre il giudice Francesca Clocchiatti aveva accolto con ordinanza cautelare il ricorso d’urgenza presentato da Alcantara spa nei confronti di Miko srl in materia di greenwashing. All’azienda di via Ressel era stata inibita con effetto immediato la diffusione in via diretta e indiretta dei messaggi ritenuti “ingannevoli” veicolati sui propri canali di comunicazione - fossero online o offline, in italiano o in inglese - in quanto integranti ipotesi di concorrenza sleale. La Miko aveva anche dovuto pubblicare per 60 giorni la sentenza di primo grado sul proprio sito web. Nel frattempo aveva però presentato appello.
Al palazzo di giustizia di via Sauro ora sono state riconosciute le ragioni della Miko che in una nota evidenzia: «Il Tribunale ha in particolare osservato che non sia stata offerta prova circa il concreto rischio di perdita di clienti (da parte del concorrente) a causa della presunta ingannevolezza dei messaggi oggetto del giudizio». Miko ribadisce «con vigore» anche che il valore del prodotto Dinamica non è mai stato oggetto di contestazioni, neanche nella precedente ordinanza. «La qualità del prodotto di Miko è da tempo riconosciuta da clienti internazionali di vari settori industriali, primo fra tutti quello dell’automotive, in cui Dinamica è utilizzata in maniera sempre più frequente», sottolinea l’azienda.
Lorenzo Terraneo, amministratore delegato di Miko, auspica quindi che con questa sentenza la vicenda sia definitivamente chiusa. «Contro di noi sono state aperte tre vertenze - ricorda -. Oltre a questa, che ora è arrivata all’ultimo grado di giudizio, c’erano quella allo Iap, l’Istituto per l’autodisciplina della pubblicità, e quella anonima all’AgCom, il garante per la comunicazione. Siamo stati assolti da tutte le parti. Non c’è evidenza che Alcantara abbia perso quote di mercato a causa dei nostri claim».
Riguardo alla pubblicazione della sentenza di primo grado che indicava la Miko come l’“azienda cattiva” che promuoveva un ambientalismo di facciata, Terraneo considera il capitolo chiuso. «Da un punto di vista del business non ci ha danneggiati - dice - perché i nostri clienti erano stati tutti già informati e sapevano quale era il fine ultimo dell’azienda nostra concorrente. Da un punto di vista dell’immagine abbiamo invece subito delle “bastonate” perché il primo grado è stato utilizzato in modo inopportuno per tentare di metterci in cattiva luce: sembrava che avessimo ingannato i nostri clienti sul prodotto, ma così non è stato. Per quanto ci riguarda, però ci fermiamo qui. Non siamo dell’idea di continuare con le cause. Per noi questa sentenza è una vittoria ed è sufficiente». —
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