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Gli artigiani di Gorizia: «Costi insostenibili per il caro bollette»

Medeot (Confartigianato) si appella ai sindaci: «Abbattere le differenze fiscali con la Slovenia»

Francesco Fain
2 minuti di lettura

GORIZIA. Il caro-bollette? È solo la punta dell’iceberg. Purtroppo. Lo scandisce con chiarezza Confartigianato Gorizia attraverso il suo presidente Ariano Medeot. Perché, nella situazione attuale determinata in larga parte dagli effetti della pandemia, ci sono altri problemi irrisolti che si ingigantiscono a pochi passi dal confine.

Materie prime e concorrenza slovena

«La situazione a Gorizia e nell’Isontino è di grande affanno, inutile nasconderlo. Non bastassero i costi per l’energia, soprattutto nel settore manifatturiero dobbiamo fronteggiare i prezzi impazziti delle materie prime, il caro gasolio e benzina che si ripercuote sui trasporti, oltre a tutta una serie di spese che sono aumentate e sono fuori controllo perché non c’è un organo “calmieratore”. Faccio un esempio pratico: prendiamo le scatole di cartone. Prima del Covid, nel giro di 20 giorni, arrivavano le forniture. Oggi ci vogliono 4 mesi, con prezzi raddoppiati. Di punto in bianco. E potrei fornire esempi a ripetizione di questo tipo», argomenta Medeot.

Perché la situazione, in queste zone, è ancora peggiore rispetto ad altre parti d’Italia? La parolina magica è “confine”. «In questa situazione, si amplificano i vantaggi della vicina Slovenia che già, in origine, ha un peso fiscale nettamente inferiore al nostro. È dall’inizio del 2000 che affrontiamo questo tema e chiediamo la giusta attenzione da parte del mondo politico perché l’Europa ha i suoi pro, ma anche i suoi contro. Il fatto che, ad inizio 2022, siamo ancora a parlare di un’economia “di svantaggio” fa capire che la questione è rimasta irrisolta. E non è un problema dei tanti, è “il” problema in questo territorio così particolare».

L’accordo con il Caem

L’ultima emergenza, già lanciata con forza ieri dalla Fipe-Confcommercio, è costituita dall’aumento selvaggio dei costi delle bollette energetiche. Va detto che Confartigianato aveva visto lungo, negli anni passati, grazie al Caem, il Consorzio per l’energia elettrica di categoria. «I rincari - annota Medeot - non li abbiamo ancora avvertiti concretamente e a godere di questa situazione è la maggior parte di nostri associati. L’adesione al Caem è, però, scaduta a dicembre 2021 con i prezzi bloccati e, in alcuni casi, addirittura inferiori rispetto all’anno precedente. Ciò significa che, facendo sistema e gruppo,, si portano a casa risultati tangibili. Quest’accordo ci ha permesso di metterci a riparo dalle speculazioni».

Il problema, semmai, è adesso perché il Caem (consorzio di riferimento di 30 associazioni del sistema Confartigianato) non stipula per il 2022 un conratto calmierato. «Navigheremo a vista», spiega ancora il numero uno di Confartigianato, ammettendo che rincari, comunque, ci saranno.

Quali i settori più colpiti? Quello metalmeccanico ma anche, per limitarsi a qualche esempio, i fornai, le carrozzerie, le lavanderie. Queste ultime impongono un consumo enorme di corrente. Si pensi alle lavatrici in funzionamento senza soluzione di continuità, si pensi anche alle stirerie in moto perpetuo.

l’appello  ai sindaci

Il sindaco Rodolfo Ziberna ha già incontrato, a Roma, il presidente nazionale dell’Anci Antonio De Caro e quello del Friuli Venezia Giulia Dorino Favot. Obiettivo? Fare pressione nei confronti del Governo affinché sopperisca agli aumenti delle bollette con lo stanziamento di risorse adeguate. «Ma chiediamo a tutti i primi cittadini del territorio di unirsi a questa battaglia perché il tessuto economico va salvaguardato, sopra ogni cosa. C’è bisogno di una visione di come poter alimentare le nostre filiere. Altrimenti - la conclusione realistica di Ariano Medeot - molte aziende saranno costrette a chiudere i battenti, schiacciate dal caro-bollette e dalla concorrenza slovena».

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