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Cisint: «Al voto solo 627 elettori per loro sconfitta gigantesca»

Dal primo cittadino critiche ad ampio raggio sulla coalizione avversaria

la.bl.
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la polemica

Sulle primarie del centrosinistra monfalconese finora si era lasciata andare solo a qualche frecciata. Il giorno dopo il voto che ha indicato l’ex assessore Cristiana Morsolin come sua concorrente alle elezioni comunali il sindaco Anna Cisint ha, però, deciso di dare una sua lettura del risultato delle primarie. A iniziare da quello dell’affluenza. Per Cisint i votanti sono stati al di sotto delle aspettative, che si presume siano quelle del centrosinistra, e sono stati in ogni caso mille in meno rispetto a quelle del 2001 che sancirono la candidatura di Gianfranco Pizzolitto. «627 elettori in una città di quasi 30 mila abitanti e che per 70 anni ha respirato a sinistra sono una sconfitta gigantesca», afferma Cisint, domandandosi come mai siano stati così pochi. A differenza degli sconfitti, secondo il sindaco. «Gli sconfitti sono molti – dice –. Prima di tutto il Pd, che ha portato a votare per Cattarini solo 243 persone. Pare che la strategia dem sia stata un fallimento a Grado e ora anche qui a Monfalcone, il Comune che più brucia loro di aver perso, tanto che l’ex segretario del partito Pier Luigi Bersani nel 2016 aveva detto che quella notte del 6 novembre non aveva dormito, e per il quale comunque in questi anni nulla hanno saputo fare».

Dalle primarie non sono usciti bene, però, a detta di Cisint, nemmeno il candidato civico Davide Strukelj e i suoi sostenitori, in particolare l’ex assessore Omar Greco e Paolo Polli, ex presidente di Apt e direttore dell’associazione Apertamente, che «con arroganza e supponenza si credevano i redentori».

Non nasconde una punta di soddisfazione per la terza e ultima piazza ottenuta da Strukelj e dal suo gruppo il sindaco, secondo cui «sparlare di chi lavora paga poco, soprattutto se non si ammettono gli evidenti risultati raggiunti da chi governa». Sconfitta per Cisint è comunque alla fine «la sinistra tutta, che ha investito in primarie basate sulla convinzione che la città non fosse soddisfatta del nostro governo e che con la scarsissima partecipazione ha dovuto ammettere che non è così».

Di Cristiana Morsolin viene ricordato che nel 2016 la sua lista fece 388 voti, in gran parte capitalizzati per Cisint proprio alle primarie del centrosinistra, e, com’era prevedibile, il ruolo avuto nel via libera all’accordo transattivo del Comune con Fincantieri che ha posto una pietra tombale sulla costituzione di parte civile dell’ente locale nei processi penali per le morti da amianto. «È stata lei che ha tenuto i numeri della giunta comunale in cui è stato approvato l’atto – sottolinea Cisint –, perché, se lei se ne fosse andata, la delibera non sarebbe passata. E l’ha fatto consapevolmente, proprio il giorno prima dell’ultima udienza del secondo processo. Potrà dire ciò che vuole, ma i fatti contano e le parole stanno a zero». Un assaggio del tenore della campagna elettorale ormai avviata? «Noi continuiamo a lavorare per la nostra città», conclude Cisint, secondo cui la scarsa adesione alle primarie significa solo una cosa e cioè che «i cittadini hanno deciso che oggi Monfalcone è ben amministrata e che l’ideologia e i fatti personali appassionano poco». —





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