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il verdetto

Vince a sorpresa Morsolin bocciati Cattarini e il Pd

L’esponente de La Sinistra ha ottenuto 255 voti contro i 243 del dem e i 111 di Strukelj. Alle urne 627 elettori. Partito democratico sotto accusa

Roberto Covaz
2 minuti di lettura



Cristiana Morsolin, esponente storica della sinistra monfalconese, è la candidata a sindaco del centrosinistra. Sarà lei a contrastare la rielezione di Anna Maria Cisint la quale, è bene precisare, non ha ancora ufficializzato la sua ricandidatura che però è nella logica del centrodestra.

È il verdetto delle primarie che si sono tenute ieri. Morsolin ha ottenuto 255 voti, Riccardo Cattarini, candidato Pd, 243, Davide Strukelj, esponente civico, 111. Dodici le schede nulle, due le contestate (gli elettori avevano votato Morsolin), 4 le bianche. In totale 627.

Il comitato organizzatore delle primarie e i tre candidati hanno giudicato «positiva» l’affluenza all’urna predisposta al secondo piano del PalaVeneto. Ma sotto sotto molti dei protagonisti della tornata elettorale «speravano in qualcosa di meglio». Se Strukelj ha confessato senza mezzi termini la delusione del risultato, Cattarini - il grande sconfitto - ha preferito rimandare ad altro momento l’analisi del voto rimarcando la validità della scelta delle primarie «premiata dalla grande partecipazione, segno di vitalità del centrosinistra».

Ma è indubbio che ora nel Pd si debba aprire una fase di riflessione, per usare un eufemismo. L’espressione corrucciata ancorché in un volto mascherato del coordinatore provinciale Diego Moretti, ieri sera a verdetto consumato, valeva più di tante dichiarazioni. Il Pd ha tentennato a lungo prima di imboccare la scelta delle primarie; non le voleva sicuramente Cattarini e con lui buona parte del partito. Non c’è stata l’auspicata mobilitazione nella campagna elettorale per le primarie. Non è stato veicolato con efficacia il modello di città che il Pd vorrebbe.

Da parte sua invece Morsolin, che nelle primarie è stata sostanzialmente tirata per i capelli («noi eravamo a disposizione di una candidatura unitaria del centrosinistra») ieri era raggiante. Ha spartito i meriti con il gruppo che l’ha sostenuta ma l’esperienza di amministratore pubblico maturata nel decennio l’ha fatta pesare. Anche il suo modo di comunicare è mutato; se da una parte i suoi interventi cominciano sempre con «compagne e compagni» e se l’altro ieri all’alba ha chiuso la sua campagna elettorale davanti all’ingresso del cantiere, dall’altra sta traguardando la sua visione, il suo progetto di città in una direzione lontana anni luce dall’esclusiva «prospettiva operaistica» che ha caratterizzato fino a pochi mesi fa la sinistra. Probabilmente Morsolin è l’unica ad aver capito fino in fondo perché sei anni fa la maggioranza dei monfalconesi ha premiato il centrodestra.

Lo scrutinio di ieri sera, durato un paio d’ore, è stato un concentrato di suspance. Il presidente di seggio Saullo e gli scrutatori Frisenna, Serafini e Bolletti hanno più volte ricontato le schede. La prima scheda scrutinata ha premiato Cattarini, poi, seppur di poco, è sempre stata in vantaggio Morsolin fino a un massimo di 22 punti.

E adesso campagna elettorale sia. Il centrosinistra appena smaltita l’adrenalina delle primarie e raccolti i cocci utilizzabili del Pd è chiamato a stringersi attorno a Morsolin. Sull’altro fronte Cisint pare non aver fretta a ributtarsi nella mischia. Sia come sia Monfalcone può vantare un bel biglietto da visita: quote rosa nell’ex (?) città rossa. —

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