Vittori bis per Sagrado «Resto sindaco civico e temo di essere solo»
È pronto a ricandidarsi, vuole un avversario per evitare gli sgambetti del quorum e dice no a simboli di partito
Luigi Murciano
SAGRADO
«Se mi ricandidassi, potrei non avere dei competitor. E, credetemi, la cosa mi preoccuperebbe e rattristerebbe parecchio». Fra i comuni isontini al voto fra pochi mesi c’è anche Sagrado, primo comune – geograficamente parlando – della Sinistra Isonzo. Il cui attuale primo cittadino, Marco Vittori, assicura di non avere ancora sciolto le riserve sul fatto di ripresentarsi agli elettori. Anche se lo scenario appare francamente come molto probabile. «Voglio prima parlarne con la mia squadra e con le persone che mi hanno sostenuto in questa avventura – argomenta il primo cittadino –. Desidero capire se c’è il consenso sugli obbiettivi raggiunti, su quelli ancora da perseguire. E poi c’è da valutare le vecchie e nuove disponibilità a prendersi cura del paese. Solo alla fine di questo percorso capiremo se vi sia convergenza sul sottoscritto».
Vittori non nega di potersi ancora una volta mettersi al servizio della comunità: «Me lo stanno chiedendo molti cittadini: “che hai intenzione di fare?” – confida –. Ma dovranno esserci tutte le giuste condizioni per impostare il lavoro». La vera preoccupazione di Vittori, piuttosto, è un’altra. «In questo momento non ho notizia di movimenti nei campi avversari. Dovessi correre da solo, lo troverei non solo gravissimo per il normale confronto democratico di una piccola comunità come la nostra, ma anche un segnale di disaffezione che potrebbe nascondere secondi fini». Ovvero, fare correre Vittori solamente contro il raggiungimento del quorum. «E con la disaffezione che c’è oggi per la politica, quando basta un post per criticare ma nessuno che si sporchi le mani, i rischi per Sagrado sarebbero notevoli. Sarebbe uno scenario deprimente».
Ma c’è anche un secondo fattore che inevitabilmente condizionerà i mesi che separano il piccolo comune dalle urne: Sagrado nel 2017 fece i conti, infatti, con una singolare “diaspora” nel centrosinistra e addirittura con la totale assenza del centrodestra (corse invece una civica di ispirazione M5S). Da una parte la civica apartitica condotta da lui, Vittori, storico vicesindaco e assessore dell’allora giunta uscente di Elisabetta Pian (Pd); dall’altra Orizzonti Comuni di Barbara Perazzi che, nelle intenzioni del Pd locale, avrebbe dovuto essere l’erede designata di Pian ma uscì sconfitta. Da allora i rapporti fra gli schieramenti si sono certamente distesi. «Con senso di responsabilità, nell’ultimo biennio dettato dalla pandemia abbiamo spesso votato assieme per il bene dei concittadini» riconoscono entrambe le parti. «Orizzonti Comuni farà presto un bilancio dell’esperienza, costruttiva, condotta dai banchi dell’opposizione. Solo successivamente avvieremo il nostro percorso. Un dialogo con la civica sindaco uscente? Preclusioni non ce ne sono», spiega Pian, nel frattempo segretaria cittadina del Pd. «Neppure da parte nostra – chiosa lui, riconoscendo l’apporto della minoranza –. Ma preciso che noi siamo un movimento civico e a un simbolo partitico personalmente direi di no». —
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