TRIESTE Dodici indagati, di fatto tutti stranieri, per lo più originari dell’Europa orientale, sono stati rinviati a giudizio in relazione al rinnovo di permessi di soggiorno per i quali, secondo l’ipotesi di accusa, sarebbero stati indotti in errore funzionari dell’Ufficio immigrazione, in particolare le Questure di Gorizia e di Trieste. Un rilascio di permessi, anche non andato a buon fine, sulla scorta del ritenuto “falso” presupposto in ordine all’esistenza di un rapporto di lavoro subordinato, come suppone la Procura.
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