Le ex officine Holt passano ufficialmente al Gruppo Fracasso
In via gambini l’imprenditore veneziano realizzerà 25 appartamenti e 50 posti auto
Lorenzo Degrassi
La Cassa Depositi e Prestiti ha ceduto al Gruppo Fracasso le ex officine Holt di via Gambini. Ieri il cambio di proprietà è avvenuto a una cifra considerata in linea con il valore di mercato dell’immobile, il quale è passato così da un fondo gestito dalla stessa Cdp (nello specifico la Cdp Immobiliare Sgr) all’imprenditore veneziano.
Non trapelano ulteriori dettagli sull’operazione, né è dato conoscere il prezzo d’acquisto delle ex officine. È confermato invece il progetto di riconversione del sito da parte di Francesco Fracasso e del suo gruppo, che nel futuro dell’area vedono residenze e posti auto per il quartiere. Il Gruppo Fracasso è lo stesso che ha firmato il recupero dell’ex “Lavoratore” in corso Saba, dell’ex concessionario Dino Conti in strada della Rosandra e, da ultimo, il complesso dell’ex Maddalena in via dell’Istria.
Più nel dettaglio, il progetto per la struttura di via Gambini prevede la realizzazione di 25 appartamenti e 50 posti auto. L’investimento complessivo sarà di circa 10 milioni di euro, con una quotazione al metro quadrato dei futuri box e appartamenti che si aggirerà sui 3.000 euro. Secondo gli obiettivi fissati già a giugno, dal nuovo proprietario, l’avvio del cantiere dovrebbe avvenire entro fine 2022.
L’edificio che ospitava le officine Holt è costituito da un unico corpo di fabbrica dalla superficie di 3.700 metri quadrati commerciali. Fu edificato intorno alla metà del 19 esimo secolo. Nella prima metà del ‘900 fu quindi adibito a caserma e, a partire dagli anni ‘50, fu utilizzato come ricovero collettivo e mensa comunale. Le facciate sono tuttora sottoposte a vincolo di interesse storico artistico da parte dell’allora Ministero per i beni e le attività culturali. L’immobile è appartenuto al patrimonio comunale fino al 2015 quando, nell’ultimo anno dell’amministrazione Cosolini, fu ceduto alla Cassa Depositi e Prestiti per un milione di euro, dopo che tre aste erano andate deserte. Sempre l’amministrazione di centrosinistra aveva pensato di ospitarvi il centro islamico, ma la comunità musulmana allo storico edificio di via Gambini preferì l’attuale sede di via Maiolica.
La storia dello stabile è appunto antica e affonda le sue radici nella prima metà del 1800, quando Trieste si trovava nel pieno dell’impulso industriale alimentato dalle possibilità che il porto franco offriva. All’epoca era ancora estrema periferia l’area dove oggi sorge il rudere della fabbrica, oggetto del futuro risanamento. Fu proprio in quella zona che nel 1839 l’inglese Thomas Holt, nato a Manchester nel 1816, decise di aprire una ditta di costruzioni macchine. La prima sede si trovava in realtà in via della Madonnina, per poi spostarsi in quella che ai tempi era denominata via della Ferriera, l’attuale via Gambini. La fabbrica invece si chiamava “Fabbrica macchine e caldaie Thomas Holt”, produceva macchine a vapori e motori a “gas povero”.
Nel 1860 l’industriale inglese fece brevettare una particolare caldaia, detta generatore Holt, che funzionava con risparmio di combustibile, applicabile sia alle navi che alle locomotive a vapore. Tali caldaie furono utilizzate ad esempio sulla nave “Ammiraglio Tegethoff”, ma anche nel contesto della spedizione polare a firma austroungarica del 1872-’74, che portò alla scoperta della Terra di Francesco Giuseppe, una serie di isole artiche che ancora oggi portano il nome dell’imperatore Asburgo. —
I commenti dei lettori