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Zagaria prende altre strade. Caputo attacca

Il lavoratore reintegrato non tornerà all’Itis Confsal contro i vertici

Laura Tonero
1 minuto di lettura

il caso



Alessandro Zagaria, l’ex lavoratore della Kcs, la cooperativa che opera all’interno dell’Itis, non riprenderà il suo lavoro da carellista nelle struttura di via Pascoli. Malgrado la Corte d’appello di Trieste ne abbia disposto il reintegro, «farà scelte diverse – hanno spiegato ieri nel corso di una conferenza stampa l’avvocato Gianluca Teat e il segretario provinciale della Fesica-Confsal Filippo Caputo – visto che le sue condizioni familiari sono cambiate e lo stipendio di circa 500 euro che percepiva in precedenza non può più soddisfare le sue esigenze. Si accontenterà di aver vinto la causa».

La storia a monte di questa decisione di Zagaria, a sua volta rappresentante sindacale della Fesica-Confsal, ha inizio nell’aprile 2019. Alcuni suoi commenti sul web relativi alla gestione del problema scabbia da parte dell’Itis ne avevano determinato il licenziamento. «È stata avanzata anche una richiesta di estensione dell’orario, e Kcs non ha dato disponibilità, da qui la decisione», ha spiegato Teat.

Caputo decide di togliersi qualche altro sassolino dalle scarpe. E punta il dito contro la gestione dell’Itis. «Ha la retta media più cara e il bilancio in rosso – sostiene –, per una quarantina di dipendenti un Cda da 5 membri e 5 dirigenti». E parlando di «inefficienza e sprechi» Caputo ricorda «la passerella che dovrebbe collegare l’edificio storico all’ex collegio San Giusto non utilizzabile, e poi l’ingresso inaugurato nel 2012 e ancora interdetto al pubblico». La Fesica-Confsal ha chiesto invano un incontro con i vertici dell’Itis: «Con il centrodestra le cose sono peggiorate», dice Caputo. —

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