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Dal primo gennaio ispezionate in porto 115 navi

Quattordici provenienti dall’estero e due italiane sono state fermate per carenze di sicurezza o relative all’equipaggio

Benedetta Moro
1 minuto di lettura



Controllano che i requisiti di sicurezza antincendio rispettino gli standard. Verificano le condizioni di vita e lavoro dell’equipaggio a bordo ma indagano anche, da quando è comparso il Covid, se vengono rispettate le misure sanitarie. Sono alcuni esempi dell’attività d’ispezione che portano avanti ogni volta che salgono su una nave attraccata in porto gli ispettori addetti al Port State control (abbreviato Psc che, tradotto, significa “controllo dello stato d’approdo”).

Il loro compito è di verificare la conformità di petroliere, navi ro-ro e anche passeggeri e la loro rispondenza agli standard minimi di navigazione e sicurezza imposti dalle convenzioni internazionali. Il loro lavoro viene stabilito in base al sistema Thetis, che indica quali mezzi devono essere controllati con priorità, decisa sulla base di alcuni parametri, tra cui la performance della nave e la bandiera. Su tutto il territorio italiano l’obiettivo fissato per il 2021 riguarda il controllo di 959 navi, che è stato superato una ventina di giorni fa. Su un traffico di oltre 2 mila navi in arrivo ogni anno a Trieste, i militari dal primo gennaio qui invece ne hanno passate al setaccio 101 di provenienza straniera. Erano state 58 nel 2020 e 61 nel 2019: se i numeri sono lievitati è perché in alcuni porti il servizio di Psc al momento è ancora sospeso a causa del Covid.

Per quest’anno, 14 non hanno passato l’esame al primo turno e sono state quindi detenute fino a quando le carenze riscontrate non sono state sanate. La permanenza più lunga registrata per questo motivo è durata 14 giorni. Si trattava, spiega il capitano di fregata Paolo Masella, coordinatore regionale degli ispettori Psc, «di carenze in particolare riguardanti i requisiti antincendio».

Su un altro mezzo è stato invece riscontrato che un marittimo a bordo non percepiva lo stipendio da diverso tempo: «È stato sbarcato quindi con la garanzia di ricevere quanto gli spettava».

Sul fronte degli arrivi italiani, nel corso del 2021 sono state ispezionate 14 navi. «La finalità in questo caso è verificare la rispondenza alle norme di bandiera, cioè al regolamento di sicurezza, e rilasciare certificati validi – sottolinea Masella –. Facciamo quindi una visita che si chiama “servizio di bordo”, che è della stessa portata più o meno di quella che eseguiamo abitualmente su una nave straniera».

Due sono i mezzi rimasti fermi per una settimana in porto. «In un caso, che riguardava una petroliera, la porta antincendio era rotta e i cannoni avevano delle carenze. Nell’altro caso invece avevamo riscontrato una grave impreparazione dell’equipaggio nell’affrontare un eventuale incendio e, nella simulazione dell’abbandono nave, la scialuppa non si era sganciata». —



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