le reazioni
I sindacati del settore pubblico plaudono ai tamponi a prezzo di costo per i dipendenti comunali. Ma mettono diversi puntini sulle “i”.
«Bene, li chiedevamo da agosto», commenta Serena Miniussi (Cgil): «Gli operatori dei servizi educativi sono stati i primi a dover esibire il green pass. A ottobre è stato esteso a tutti, così prima delle elezioni abbiamo ribadito la richiesta al Comune. La nostra istanza è stata accolta dalla delegazione trattante. Mancava solo la formalizzazione del prezzo calmierato, da parte della precedente giunta, che però non ha sottoscritto l’atto. Esprimo dunque rammarico rispetto alla tempistica. Posto che la norma sul green pass prevede vaccino, tampone o guarigione, si sono messe le mani in tasca a una parte dei lavoratori che è in regola».
Miniussi denuncia inoltre che d’ora in poi, chi avrà la necessità di eseguire dei test Covid in orario di lavoro, non avrà più i permessi malattia (come ad esempio per le analisi del sangue), ma dovrà usufruire di quelli personali, quindi non retribuiti: «Una mano fa una cosa e l’altra...». A prova di ciò, Miniussi cita una comunicazione degli uffici del Servizio Risorse umane. E la giunta spaccata? «Giudicheranno i loro elettori». Così Maurizio Petronio (Uil): «I tamponi servono non solo per il green pass ma anche per verificare il proprio stato di salute. Li abbiamo chiesti più volte e su vari tavoli. Plaudiamo all’iniziativa lodevole. Ma siamo basiti perché c’è un problema di attuazione: non si sa quando parte il servizio, un dipendente delle farmacie comunali è appena andato in quiescenza, e mancano in ogni caso qualifiche specifiche di farmacista. Non mi esprimo sulla giunta, ma se una parte ha ripensamenti non è un bel segnale». Il permesso malattia che viene meno? «Il Comune si sarebbe adeguato a direttive regionali ma dovrebbe invece rivendicare la propria autonomia». Si erano inoltre già espressi a favore della delibera sui tamponi Walter Giani (Cisl) e Ottorino Marchianò (Uil). Giani ha specificato che, essendo venduti a prezzo di costo, i test non creano danno erariale. Marchianò ne ha difeso «l’utilità sociale».
Altro tema l’obbligo vaccinale per Polizia locale e dipendenti dell’Educazione. Oggi su questo Cgil, Cisl, Uil e Ugl incontreranno i dirigenti delle rispettive aree. Tra i numerosi punti di domanda, le possibili ripercussioni sul funzionamento della macchina amministrativa, poiché i non vaccinati potrebbero essere sospesi. Se e quanti saranno, si saprà dopo il 15 dicembre. A spanne, i dipendenti del Comune sono in tutto oltre 2.200. Di questi, un terzo risponde all’area Educazione, cui si sommano circa 200 poliziotti locali: sono appunto quelli soggetti all’obbligo (numeri ufficiosi, da prendere con le pinze). E alcuni potrebbero diventare fuori legge involontariamente. «C’è chi ha trovato la prima prenotazione disponibile, per vaccinarsi, il 26 dicembre», dice Miniussi: «Chiederò non sia sospeso». Petronio chiede di mettere in smart working il maggior numero di lavoratori possibile, per prevenire i contagi. —
l.g.
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