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la conviviale su noli e catena logistica

La nuova imprevedibilità dei traffici marittimi nel focus del Propeller

Lorenzo Degrassi
1 minuto di lettura



«Stiamo entrando in un periodo nel quale la prevedibilità non esiste più». A ribadirlo, con preoccupazione, sono stati gli ospiti intervenuti ieri sera nel corso della consueta conviviale del Propeller Club Port of Trieste, moderata dal giornalista Riccardo Coretti.

«Il quadro dei traffici marittimi internazionali ha vissuto momenti di forte crescita sia nel momento più topico della pandemia sia attualmente», è il sunto, infatti, di quanto emerso nella serata: «Non tutto però è andato benissimo. Ci sono state situazioni che hanno avuto un forte impatto sui traffici, quali l’aumento esponenziale dei noli marittimi, la ridotta disponibilità degli spazi a bordo delle navi rispetto a quanto richiesto dal mercato, la scarsa disponibilità dei contenitori vuoti da riempire, la congestione di alcuni porti. Alcuni settori hanno già iniziato a riorganizzarsi e le difficoltà non sono state identiche per i diversi attori della catena logistica». Nel corso della conviviale sono intervenuti Giorgio Cuscito, giornalista di Limes e studioso di geopolitica della Cina, Marcelo Marcal e Paolo Galli di Electrolux, Valentino Soldan di Benetton, Stefano Visintin di Confetra Fvg e Alessandro Santi, presidente della Federazione nazionale degli agenti e dei raccomandatari marittimi.

Nell’occasione si è cercato poi di abbozzare una previsione di come si evolverà il mercato nel 2022: «Se nel 2020 il problema erano gli alti costi dei noli, nell’anno in corso è emersa una certa imprevedibilità per quanto riguarda i tempi di consegna, il costo sia del prodotto finito che dei componenti di fabbrica. Difficile pensare a dei miglioramenti nei mesi a venire, perché viviamo in un periodo dall’imprevedibilità molto alta. Il Covid ci ha insegnato anzitutto a rispondere adeguatamente nel breve periodo a un imprevisto, e allo stesso tempo ci ha fatto capire che quanto viviamo oggi non è detto sia lo stesso scenario che vivremo fra due o tre anni».—



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