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Mattarella davanti alle Frecce tricolori scrutando il cielo sopra l’Europa dopo la crisi in Afghanistan

Il Capo dello Stato e comandante delle Forze armate sulla necessità di dar vita a un vero esercito europeo

Omar Monestier
1 minuto di lettura

Rivolto - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della cerimonia celebrativa del 60° anniversario di costituzione della Pattuglia Acrobatica Nazionale, sabato 18 settembre 2021. (Foto di Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

 (ansa)

Il presidente della Repubblica celebra nella base di Rivolto i 60 anni delle Frecce tricolori, vanto dell’Italia che continua ad avere un seguito popolare senza eguali.

L’occasione, per una serie di circostanze, giunge a pochi giorni dal discorso che Sergio Mattarella, nella sua duplice veste di capo dello Stato e comandante delle Forze armate, ha pronunciato a proposito della fragilità militare dell’Europa.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Anche il Capo dello Stato nella base friulana per i 60 anni della Pan celebrati con un grande show alla presenza delle massime autorità]]

La crisi causata dal ritiro degli Usa dall’Afghanistan dovrebbe imporre alla Ue – è la sintesi – di dar vita a un vero esercito europeo.

Ciò dovrebbe servire a interagire con la mutata strategia americana, sempre più orientata all’Indo-Pacifico, a ridurre le esuberanze russe e turche, a relazionarsi col Nord Africa e, soprattutto, ad avversare la Cina. Alcuni giorni fa la Francia, unico Paese europeo ad avere velleità di superpotenza mondiale, è stata brutalmente estromessa dalla fornitura di sommergibili nucleari all’Australia, soppiantata dal Regno Unito.

Frecce tricolori, l'arrivo di Mattarella alla base di Rivolto

La fuga afgana degli Usa si comprende meglio proprio grazie a questa intesa fra anglofoni, la quale individua gli alleati ora più utili (in realtà il Regno Unito ha sempre giocato con gli Usa e sovente contro l’Europa) e indica il campo di azione più impellente. Gli Usa vogliono contenere la Cina, indirizzeranno lì le risorse militari riducendo investimenti e presenza militare nel resto del mondo.

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Queste informazioni non erano scritte, ieri, nel cielo sopra Rivolto eppure sovrastano il nostro incoerente Paese che dispone di apparati militari di qualità e ha smesso, per ignavia, di interpretare un ruolo rilevante in politica estera. La Francia non ci è amica, ora potrebbe aver bisogno di noi. E noi di un partner per concretizzare le parole che Mattarella ha detto mentre si preparava a scrutare quelle meravigliose evoluzioni, simbolo di potenza militare.

Non ascoltarle conduce all’irrilevanza. Dell’Italia, dell’Europa. —

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