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la cerimonia a panzano

Omaggio ai 503 cantierini caduti per la Liberazione Una lezione ai giovani

LA. BL.
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È stata una cerimonia breve, ma sentita, quella che ha avuto luogo ieri davanti al monumento in largo Cosulich, a Panzano, dedicato ai 503 cantierini caduti durante la guerra di liberazione, quasi alla vigilia del settantottesimo anniversario della fine del regime fascista.

L’iniziativa è stata organizzata dal Comitato unitario antifascista di fabbrica Fim, Fiom e Uilm, e ha visto la partecipazione del vicesindaco Michele Luise, oltre che di una rappresentanza dell’Anpi cittadina, affiancata anche dalla bandiera, originale e risalente al 1944, della Brigata d’assalto Trieste, e dello Spi Cgil, nonchè la presenza della consigliere comunale de La Sinistra per Monfalcone, Cristiana Morsolin. Alla cerimonia, introdotta dal coordinatore della Fim Cisl nella Rsu di stabilimento, Michele Zoff, hanno voluto essere presenti pure i due ex sindaci Adriano Persi e Silvia Altran.

«Siamo qui per ricordare le persone che abbandonarono il loro posto di lavoro per difendere i valori della democrazia, a rischio della loro vita – ha dichiarato il coordinatore della Fiom Cgil nella Rsu, Moreno Luxich –. Il contesto ora è diverso, ma l’attenzione va mantenuta alta e ai giovani va spiegato quanto è costata la democrazia di cui godiamo a fronte dell’ampliarsi dei fenomeni di revisionismo, razzismo, intolleranza cui assistiamo».

Per l’Anpi è intervenuta ieri Manuela Musina, che ha richiamato, nell’anno in cui si commemorano i settecento anni dalla morte di Dante, come il poeta abbia messo i traditori della patria nel luogo più lontano dalla luce, nel suo Inferno.

«E qui vogliamo ricordare i tanti che furono traditi dal Fascismo – ha proseguito Manuela Musina –, a iniziare dai soldati, che solo in Russia morirono in novantacinquemila. Furono traditi i lavoratori e le loro rappresentanze sindacali e tradite furono l’Italia e l’intera umanità dalle leggi razziali e dagli eccidi commessi dal regime, come i 30 mila civili uccisi ad Addis Abeba in soli tre giorni nel febbraio del 1937».

Michele Luise si è detto dal canto suo orgoglioso di effettuare la sua prima uscita ufficiale come vicesindaco in «un’occasione così importante per la nostra comunità».—

LA. BL.

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