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RONCHI DEI LEGIONARI

La “Pet Therapy” a Ronchi si affida alle fusa di Marian

La mascotte della residenza protetta Corradini può contare anche su un fondo di 300 euro messo a disposizione dal Comune per il cibo e le spese veterinarie

di Luca Perrino
2 minuti di lettura
Le fusa e una carezza, secondo il direttore della struttura, sono molto importanti per il benessere la memoria degli ospiti (Foto Bonaventura) 

RONCHI DEI LEGIONARI. Alla residenza protetta Domenico Corradini di Ronchi dei Legionari il benessere degli ospiti passa anche per gli animali e il rapporto con la natura. È la nuova frontiera, quella delle tecniche che puntano al benessere degli anziani. Non una, ma diverse attività che vanno dalla “Pet Therapy”, ovvero la presenza all’interno della struttura di uno o più animali domestici, il progetto dell’ortoterapia, il “Giardino delle generazioni”, sino alla più inusuale e moderna “Train Therapy”, un’attività di sviluppo della memoria, che spesso è carente proprio nella popolazione con una certa età, che si sviluppa attorno a un convoglio in miniatura.

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È curioso notare come il Comune di Ronchi dei Legionari destini, in una propria delibera, 300 euro, da spendersi proprio nel mantenimento degli animali e in particolare alle loro vaccinazioni ed eventuali cure veterinarie. Alla “Corradini”, sino a due mesi fa, ad attirare le coccole e le attenzioni dei 66 anziani ospiti era “Indiana”, una cagna che, dopo 19 lunghi di onorata carriera, è deceduta. Un “colpo” non da poco per gli anziani che, adesso, possono trascorrere le loro giornate potendo contare, tra l’altro, sulle fusa di “Marian”, uno splendido gattone che gira indisturbato nelle stanze e negli spazi della struttura di via D'Annunzio, accocolandosi sulle gambe degli ospiti e dispensando loro calore e affetto. “Marian” si fa prendere in braccio da tutti, facendo penzolare la sua lunga coda. Una mascotte, insomma, un punto di riferimento quotidiano per gli ospiti della residenza protetta. Ma ci sono poi i pesci che, per gli ospiti della “Corradini”, sono sempre una fonte di attrazione e di esercizio della memoria storica. C’è anche chi si ricorda quando, da giovane, si dilettava ad andare a pescare.

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«Una terapia vera e propria - commentano il direttore della struttura, Franco Iurlaro, assieme all’assessore alle Politiche sociali, Enrico Masarà – che ha numerosi vantaggi e che permette agli anziani di essere a contatto con animali che nulla chiedono in cambio se non una tenera carezza e un sorriso». Ora che “Indiana” non c’è più, si sta pensando ad un “sostituto”, ad un altro cagnolino compatibile con “Marian” che possa essere da compagnia e possa aggiungersi, con la sua carica vitale, a tutte le altre forme di sostegno e di animazione di una “casa” che non viene più intesa, come nel passato, in un ricovero fine a se stesso. È stata proprio questa la filosofia che, negli ultimi mesi, ha visto nascere il “Giardino delle generazioni”, luogo di incontro per giovani e anziani, momento di condivisione e di benessere che ruota attorno ai classici giochi da giardino, ma anche a un frutteto e a un orto nel quale far nascere, crescere e poi consumare i prodotti della terra.

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Esercizi anche di memoria che sono vitali per questa particolare fascia d’età della popolazione. Prendendo spunto dalla terapia non farmacologica definita “treno della memoria”, che tramite la riproposizione di un vagone di un treno adibito ad accogliere e occupare le persone affette da demenza, al fine di garantire il benessere della persona attraverso il rilassamento indotto dal viaggio virtuale, si è ipotizzato e realizzato il progetto di “Train Therapy” come terapia di mantenimento degli aspetti relazionali, creativi e di espressione.

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La locomotiva e i vagoni corrono, specialmente d’estate quando il tempo è più buono, all’esterno della residenza protetta e per gli ospiti è una grande occasione di viaggio e di recupero delle usanze del loro passato. L’attuale progetto è già iniziato a metà del 2014 ed è stata creata una apposita pagina Facebook sulla quale si può restare sempre aggiornati sullo sviluppo della “Train Therapy”. La funzionalità della struttura, in termini di arredi e macchinari all’avanguardia, unitamente all’alta specializzazione degli operatori socio-assistenziali e dello staff dirigenziale, ha permesso in questi anni di conseguire titoli e diplomi “qualitativi” eccezionali.

@luca_perrino

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