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Cgil: «Avanti col progetto A2A» Il Pd: «La Regione chiarisca»

E mentre i Dem attaccano il sindaco: «Comune e giunta Fedriga recitano il gioco delle parti». Il monito del sindacato: «Salvaguardia di lavoro e ambiente»

Giulio Garau
2 minuti di lettura



È solo un “parere collaborativo” quello della Regione sul progetto di «modifica della centrale termoelettrica di Monfalcone» ovvero la riconversione a gas dell’attuale impianto a carbone, lo scrive la stessa delibera che questo progetto potrà essere ritenuto compatibile «soltanto con il recepimento, nell’ambito della valutazione di impatto ambientale di competenza del ministero della Transizione Ecologica». Da A2A per ora nessuna replica sul nuovo atto della giunta di Massimiliano Fedriga.

Ma da quanto si sa una gran parte delle 13 indicazioni-condizioni ambientali ricordate dal documento fanno già parte del progetto di riconversione e tra queste, quasi certamente oltre alle prescrizioni tecniche (inquinamento, emissioni, rumorosità eccetera) anche quelle di ripristino ambientale/paesaggistico (prevista la demolizione del camino attuale) oltre che del teleriscaldamento.

Nel frattempo sulla vicenda torna a parlare il sindacato che insiste sulla necessità di un «progetto industriale che salvaguardi l’ambiente e l’occupazione». Accanto anche il Pd di Monfalcone che, in maniera stonata rispetto alla linea del Pd regionale che appoggia la riconversione della centrale, chiede chiarezza sulla situazione che vede il gioco della Regione che «dice un si condizionato alla riconversione della centrale A2A mentre il Comune finge contrarietà».

«Ora noi chiediamo con fermezza - intima una nota della segreteria e del Gruppo consiliare del Pd di Monfalcone - che gli assessori all’Ambiente Fabrio Scoccimarro e quello alle attività produttive Sergio Emidio Bini o ancora meglio il “governatore” Massimiliano Fedriga vengano a metterci la faccia nella sede istituzionale più importante (il consiglio comunale) e che si smetta l’andazzo da operetta che abbiamo visto in questi anni».

Il sindacato, forte dell’accordo per la salvaguardia dell’investimento produttivo e del mantenimento degli occupati (un centinaio) siglato dalle categorie con A2A, insiste sul via al progetto. «A noi interessa da una parte la salvaguardia ambientale, dall’altra quella dell’occupazione - spiega il segretario della Cgil Thomas Casotto - due interessi che possono andare d’accordo. Quello su A2A è un investimento importante per un paese che nei prossimi mesi riceverà importanti risorse per il suo rilancio. Nel progetto di riconversione di A2A ci troviamo di fronte a privati che hanno preso impegni sia sul fronte degli investimenti che della dismissione di impianti. C’è un accordo sindacale siglato per garantire l’occupazione, non vorremmo che le lungaggini burocratiche portino l’investimento a morire». Il segretario della Cgil ripete: «Progetti alternativi per quell’area non ci sono - aggiunge - di proposte se ne possono fare tante ma poi bisogna realizzarle e i conti bisogna farli con chi è in quell’area ed è sul territorio. Tutti gli altri paesi si stanno muovendo sull’energia anche con progetti meno puliti rispetto a quello di A2A. Chi pensa di partire subito tutto con energia verde è un illuso, non è possibile. Qualsiasi attività produttiva è impattante, non si può proibire tutto, serve buon senso cercando di salvaguardare economia, occupazione e ambiente».

Temi che dovranno essere al centro del tavolo auspicato tra Regione, Comune e A2A. Che dovrebbe dare chiarezza anche al Consiglio comunale come chiede il Pd. «La giunta regionale a trazione leghista dà semaforo verde alla riconversione a gas metano e alla permanenza della centrale in città a Monfalcone per almeno 30 anni- attacca critico il Pd di Monfalcone - noi lo avevamo detto più volte, cioè che tra Regione (leghista) e Comune (leghista) è in atto un gioco delle parti: la prima come tutte le Istituzioni è favorevole ma finge di ascoltare il Comune il quale, spendendo soldi pubblici per programmi alternativi irrealizzabili, gioca il ruolo del contrario, ma solo gioca».

I dem locali sono contro la centrale, attaccano il sindaco Cisint «per la presenza sessantennale di un gigantesco impianto elettrico dentro il perimetro urbano, cosa da terzo mondo» anche sul fronte immigrazione: «che doveva essere ridotta e contenuta dalla destra locale ed invece negli anni 2017-19 è raddoppiata». Il Pd insiste e ricorda di aver «chiesto la presenza degli assessori Scoccimarro e Bini (quello che ha detto con linguaggio curiale che il progetto A2A è “buono e giusto”) in Consiglio o nelle Commissioni congiunte economia e salute e qui c’è la vergogna e lo scandalo politico. Infatti da tre anni non passa settimana che o il presidente o qualche assessore siano presenti ad incontrare la sindaca, mai che costoro si siano degnati di venire in Consiglio». —

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