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Gradisca addormentata sul Milite Ignoto L’ex sindaco Fabris: «Sono amareggiato»

L’associazione del Fante, dopo l’atto di Cormons, attende una risposta dalla città della madre spirituale Maria Bergamas

Luigi Murciano
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la storia

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«Gradisca onori degnamente il centenario della traslazione del Milite Ignoto all’Altare della Patria. In fondo è anche da qui, dalla nostra cittadina, che è partita buona parte di questa importante vicenda patria». L’appello non è quello di un gradiscano qualunque, ma di una persona che la cittadina – e per tre diversi mandati – l’ha guidata: il cavalier Gianni Fabris. E come tale non può essere ignorato. Primo cittadino dal 1993 al 2004, Fabris rompe quello che è stato un lungo e rispettoso silenzioso pubblico dopo il suo ritorno a vita privata. Lo fa perché, da innamorato della Fortezza, non nasconde di essere sobbalzato alla notizia che Cormons, prima fra le municipalità del Goriziano, dedicherà al Milite Ignoto la cittadinanza onoraria e una targa commemorativa nel piazzale dell’ex caserma Amadio. «Nessuna gelosia nei confronti degli amici del centro collinare, anzi complimenti a loro – dice Fabris –. Sapere che non è stata Gradisca la prima a conferire la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto amareggia un po’».

Le ragioni storiche del legame della città con quelle vicende sono note: la gradiscana, Maria Blasizza in Bergamas, poi vissuta a Trieste, nel 1921 viene indicata come la madre spirituale del Milite Ignoto e di tutti i caduti della Grande Guerra. Suo figlio Antonio, di mamma gradiscana e pervaso da sentimenti italiani, fu arruolato nell’esercito austriaco: nel 1916 disertò e si arruolò volontario nel Regio Esercito. Fu ucciso in combattimento, il suo corpo non venne ritrovato. Dopo la guerra, Maria ebbe l’incarico di scegliere il corpo di un soldato tra undici salme non identificabili. Il 28 ottobre 1921 nella Basilica di Aquileia, la donna fu posta di fronte a 11 bare allineate: appoggiò lo scialle sulla seconda bara e, dopo essere passata davanti alle prime, non riuscì a proseguire nella ricognizione e si accasciò al suolo davanti alla decima, che divenne la prescelta. La salma fu posta all’interno del Monumento al Milite Ignoto al Vittoriano a Roma il 4 novembre 1921.

«Una madre gradiscana è divenuta mamma d’Italia – riflette Fabris – e credo che la nostra città, che ad Antonio Bergamas ha dedicato una via e una sala teatrale, possa e debba onorare adeguatamente queste vicende, anche oltre l’onoreficenza. Per questo mi sono permesso di rivolgere paternamente un appello agli amministratori». Per Fabris anche un aspetto più personale: il padre Gerardo, assieme al maestro Piero Lovrovich, come componenti dell’Associazione gradiscana del Fante, volle collocare una delle due targhe che compaiono davanti all’abitazione di Maria Bergamas, in pieno centro storico. Va detto che l’iniziativa cormonese si inserisce in un contesto più ampio: in occasione del centenario della traslazione del Milite Ignoto all’Altare della patria, il Gruppo delle Medaglie d’Oro al Valor Militare d’Italia, in collaborazione con l’Anci ha avviato il progetto “Milite Ignoto, Cittadino d’Italia” per il conferimento della cittadinanza onoraria da parte di tutti i Comuni italiani. «Il principio – spiega Pasquale Siniscalco, della locale Associazione del Fante – è che ogni città ha avuto un suo milite ignoto, un giovane disperso o caduto. Per Gradisca certamente ciò assume un significato più particolare. Ad oggi non abbiamo avuto riscontri dall’amministrazione su questa o altre iniziative, ma auspico il centenario possa essere celebrato adeguatamente, pur nelle restrizioni della pandemia». Cormons è stata più rapida. Gradisca può recuperare terreno. Ieri non è stato possibile contattare gli amministratori a riguardo, ma la richiesta del Gruppo Medaglie d’Oro è al vaglio della giunta. —



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