Duello su escavo e Portorosega Cisint: «Moretti rema contro»
Il sindaco replica all’esponente dem che l’aveva accusata di utilizzare solo slogan: «Dopo la sconfitta del 2016 non accetta che c’è chi vuole risolvere i problemi»

Tiziana Carpinelli
Con spietata regolarità l’escavo del canale portuale infiamma la politica cittadina, mai così polarizzata come dal 2016 a oggi. L’antefatto: ieri Diego Moretti, capogruppo regionale e segretario provinciale del Pd, 48 ore dopo la missione romana di Anna Cisint e Zeno D’Agostino, in tandem con Fabio Scoccimarro e Graziano Pizzimenti, ha sparato il colpo in canna: «Ripetere il “modello Ferriera” a Portorosega? Uno slogan e basta, buono per la campagna elettorale del 2022». Così all’indomani è fuoco alle micce pure dall’altra parte della barricata. Infatti per Cisint, stavolta, Moretti l’ha sparata troppo grossa: «Lo fa sempre ogni volta che intravede il pericolo per il suo partito, e per sé, di un altro successo del sindaco di Monfalcone che nel 2016 gli ha portato via quel “giocattolo” che tanto amava». «Oppure – rincara – quando si accorge di quanto la Regione targata Fedriga si occupi di risolvere questioni che i suoi hanno lasciato incancrenire. Moretti vede rosso se le cose vanno bene. E tenta di smontarle: è più forte di lui».
Il duello fra Moretti e Cisint si srotola in fendenti personalistici. Primi test di campagna elettorale? Arrivati a questo punto l’escavo è certamente diventata una questione personale per il sindaco, poiché si è esposta mettendoci la faccia (come Regione e Authority) sebbene il Comune non abbia competenze dirette sull’area, al netto delle ricadute occupazionali di uno scalo marittimo con il freno a mano. Dopo 20 anni di traversie o la va o la spacca. Ma se Cisint dovesse portare a casa il dragaggio a 12,5 metri sarebbe una carta da spendere, e che carta, nel rush per le amministrative. Corsa che a un anno di distanza si prospetta già senza esclusione di colpi. Una lotta nel fango come 5 anni fa, quando i toni ai comizi, per esempio quello a ridosso di ballottaggio dell’ex sindaco Adriano Persi, raggiunsero picchi mai uditi.
Ma prima la replica dal punto di vista tecnico all’oppositore Moretti, che preferirebbe veder destinati i 18 milioni dell’escavo ad altro, visto l’empasse: «In porto abbiamo bisogno di maggior profondità – scandisce Cisint –: punto e a capo, caro Moretti. La stiamo attendendo da 20 anni. Come abbiamo bisogno di un servizio ferroviario che funzioni meglio, di rinforzare il sistema sui binari, le aree, l’illuminazione; di assegnare definitivamente la concessioni, di elettrificare la banchina con tecnologie green e valorizzare gli insediamenti affinché il porto non sia di solo transito». Portorosega alternativa al cantiere, per questo «lo scalo di Monfalcone deve essere al centro delle politiche di sviluppo, che a Moretti piaccia a meno». «A Roma – aggiunge – si è sbloccato il “come” e la sinergia tra gli attori verrà determinata grazie a un accordo di programma che la legge 241, articolo 15, consente e su cui tutti stanno lavorando. Il problema è patrimoniale: dice il provveditore che l’area dove dovranno essere depositati i fanghi non deve risultare più alta delle altre. C’è già la Via per il progetto e la gara è terminata, basterebbe firmare il contratto dopo la consegna delle aree. Punto». E allora «basta con i no, con i bastoni tra le ruote, basta con il “siccome l’hai fatto tu non va bene”: lavoriamo per lo sviluppo e non per il decadimento, sennò viene il dubbio che gli interessi siano altri». Politici, s’intende.
E dopo la replica, il veleno: «Su porto e A2A la questione è imbarazzante per il Pd: quasi mi dispiace per i Del Bello boys che in aula si stracciano le vesti per non far andare avanti il progetto della centrale a gas, mentre Moretti sostiene pubblicamente altri 30 anni di combustibili fossili». «Quelli, in aula, supportano la necessità di far lavorare il porto – ironizza – e lui a tentar di distruggere ciò che di buono si cerca di fare e solo perché quest’amministrazione, che gli ricordo esser stata scelta democraticamente, non abbia altri successi». «Del resto – conclude – lui da anni vive del reddito, più che congruo, che gli dà l’esser consigliere regionale e quindi “chissenefrega” se invece chi vorrebbe sviluppare i propri traffici portuali non può farlo a causa di vergognosi blocchi burocratici tra istituzioni». A onor del vero Moretti, una sua professione, ce l’ha ed è in aspettativa per incarichi politici, come la legge consente: è infatti dipendente della Sbe, responsabile della prevenzione.
Ma il punto è un altro: ora anche l’escavo è di destra o sinistra? A sentire chi a Portorosega ci lavora, il dragaggio del canale è il bicchiere d’acqua che abbevera l’assetato, in pieno deserto. La sopravvivenza. Punto. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori