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il caso

I sindacati non badano a spese: «Un ritardo assolutamente ingiustificato e incomprensibile» è quello accumulato dal Comune sul rinnovo del contratto di illuminazione pubblica, scaduto da quasi due anni e giunto alla quarta proroga al gestore uscente Hera Luce, fino al 30 giugno prossimo venturo. Non è un contratto qualsiasi: sono in discussione decine di milioni di euro lungo un periodo pluriennale.

Le quattro sigle più rappresentative della categoria hanno firmato una nota molto critica nei confronti della civica amministrazione: Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec, Fiadel. Paventano le conseguenze negative che potrebbero essere arrecate dall’ingresso «di società private estranee al territorio», dalla perdita di posti di lavoro ai problemi per l’indotto fino alle difficoltà gestionali derivabili dalla «grande promiscuità degli impianti di illuminazione con quelli della distribuzione elettrica affidata oggi ad AcegasApsAmga».

In effetti la questione comincia a farsi imbarazzante. La giunta Dipiazza deve varare una delibera con cui individua la proposta alla quale conferire l’interesse pubblico. I lavori sono conclusi da tempo, dopo aver esaminato quattro offerte di project financing: sono quelle dell’uscente Hera Luce (gruppo Hera, stretta parente di AcegasApsAmga), di Citelum (gruppo Edf), di Enel Sole, di City Green Light (partecipata dalla Lamse di Andrea Agnelli). Si rammenta che City Green Light è stata ammessa alla griglia selettiva in seguito a un ricorso presentato al Tar Fvg.

Ma ancora manca il passaggio giuntale: attenzione, l’individuazione dell’interesse pubblico non implica l’automatica vittoria, perchè comunque dovrà essere bandita la gara. E’innegabile che sarebbe clamoroso se Hera Luce, “erede” dello storico gestore della luce pubblica triestina, non dovesse essere prescelta, come i sindacati sembrano temere. —



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