Tutti i nodi di Portorosega nel vertice con D’Agostino
In ballo il piano sulla riorganizzazione delle aree e l’aumento degli operatori a fronte del calo dei traffici. Possibile incarico a Signore da dirigente nello scalo

Nuova gestione dell’Autorità di sistema non ancora avviata, dopo lo stop del piano operativo di riorganizzazione delle aree e soprattutto delle concessioni, infrastrutture da completare (banchine da asfaltare, impianti, interventi sulle ferrovia). Ma anche adeguamento dei contratti delle maestranze degli operatori portuali da terminare per evitare i dumping salariali e dei diritti (solo pochi giorni fa il passaggio di 17 lavoratori della MarterNeri ora F2i al contratto nazionale dei porti). Poi le grandi infrastrutture tutte da rivedere come la parte logistica, l’escavo del canale di accesso per portare i fondali a -12,50 e l’elettrificazione delle banchine.
È un mare di nodi aperti, tutti da risolvere, quello del porto di Monfalcone che sembra sempre sul punto di decollare e alla fine non decolla mai. E che ora per l’ennesima volta il Comune cerca di mettere a fuoco con l’ennesimo vertice con il presidente dell’Autorità di sistema, Zeno D’Agostino. I temi che mette sul tavolo anche nella riunione di oggi il Comune sono sempre quelli, importanza internazionale del porto e sviluppo portuale, contratti portuali unitari, potenziamento del servizio ferroviario, concessioni, stato dell’arte.
L’obiettivo è quello di ottenere, anche alla presenza dei sindacati, un crono-programma dal presidente per capire “come e se” potrà essere avviato un rilancio dello scalo. Che però, di fronte a tante variabili da dover ancora affrontare, alla fine presenta un panorama piatto da troppi anni ormai. E, come sottolineato da qualche operatore, con una “torta” di traffici che è sempre quella, non si è ingrandita: i traffici sono rimasti sempre gli stessi, in compenso sono aumentati i commensali al tavolo.
Quattro le imprese che lavorano nello scalo, la Cetal (Gruppo Grimaldi) che si occupa del traffico delle automobili, MarterNeri (ora del big logistico F2i) che come anche la Compagnia portuale (anche questa in trattativa per il passaggio a F2i) e la Midolini si occupano di traffico di rinfuse con qualche “diversivo” come i trasporti speciali di yacht e megastrutture (della Cimolai). Una realtà portuale che non ha visto negli anni aumentare i traffici, anzi, dopo la crisi finanziaria e ultimamente anche per il Covid (si tratta degli ultimi dati) ha visto un calo delle movimentazioni del 30%. A incidere soprattutto il calo del mercato dell’auto oltre che dei vari prodotti, cellulosa e in particolare le bramme.
C’è ancora tutto da mettere a posto, ma sindacati e Comune chiedono un rilancio e soldi per le infrastrutture al presidente D’Agostino dal quale si pretenderanno impegni precisi e date. Anche se in realtà quello che deve crescere per lo scalo è il volume dei traffici. Ma c’è anche un’ultima questione che dovrebbe tenere banco oggi. La presenza di un dirigente dedicato per il porto di Monfalcone, un punto di riferimento dopo l’uscita del segretario generale, Mario Sommariva. Ma su questo punto qualche notizia, o meglio, qualche indiscrezione c’è. E come già riferito riguarda l’ex direttore dell’Azienda speciale porto, Sergio Signore, che ora è passato dirigente dopo la vendita della stessa Aspm e delle proprietà (per 15 milioni) all’Autorità di sistema.
Signore ora è dirigente responsabile della Direzione affidamenti e servizi dell’Authority, sia dello scalo di Monfalcone che di quello di Trieste. Sta affiancando da tempo Fabio Rizzi che è un mega direttore e dirige le attività portuali di tutti e due gli scali. Ma che a breve (si parla di un anno, forse un anno e mezzo) potrebbe andare in pensione. E a sostituirlo (secondo le indiscrezioni una cosa già decisa) potrebbe essere proprio lo stesso Signore, capo operativo di tutti e due i porti grazie alla sua grande esperienza maturata. —
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