TRIESTE Ieri, lunedì 2 febbraio, un’altra giornata di riunioni della task force coordinata dal professor Fabio Barbone, come già domenica. E forse già oggi la sintesi di Massimiliano Fedriga, pronto a decisioni anti-Covid più restrittive di quelle previste dall’attuale zona gialla, ma da applicare a livello locale, in particolare in provincia di Udine, la più colpita nelle ultime settimane, in risposta a un’impennata della curva del contagio che il presidente del Friuli Venezia Giulia non esita a definire «estremamente allarmante». Tanto da imporre «sacrifici», chiarisce sin d’ora, che si spera servano a una ripartenza più serena dopo Pasqua.
La scuola e i suoi inevitabili contatti anche al di fuori della lezione? Gli affollamenti dei fine settimana? La variante inglese, come sospetta proprio Fedriga? Fattori che hanno inciso ed è su quelli che si sta ragionando a Palazzo. Con la politica che interverrà sulla base delle evidenze scientifiche, conferma il presidente senza escludere alcun tipo di provvedimento.
Un quadro complesso con Fedriga che raccoglierà le indicazioni dei tecnici e deciderà le restrizioni anti-impennata. Da far scattare tuttavia non subito, ma tra qualche giorno, per un’informazione adeguata a sindaci e parti sociali e per permettere a imprese e famiglie di organizzarsi nella rinnovata emergenza. «Preferisco due o tre settimane di sacrifici oggi - le parole del presidente - e con aprile, quando le previsioni danno una discesa dei contagi, riprendersi, piuttosto che prolungare una situazione per più settimane o più mesi che oggettivamente sarebbe insostenibile».
I numeri, del resto, sono chiari da una settimana. Il confronto dei casi rispetto ai sette precedenti segnava ieri, lunedì 1 febbraio, il +49,8% dopo aver toccato il + 60% sabato 27 febbraio, con conseguenze purtroppo immediate pure sui ricoveri, aumentati dell’11% da giovedì scorso (da 391 a 435). Il bollettino diffuso da Riccardo Riccardi informa di 172 positivi sulle 24 ore tra i 145 emersi da tampone molecolare (su 1.587, 9,14%) e i 27 da test rapido (su 460, 5,87%). L’incidenza sul totale dei controlli (2.047) è del 8,40%, quella più significativa su chi è sottoposto per la prima volta al tampone rimane stabile attorno al 18%. Ad aver contratto il virus da inizio pandemia sono state 76.984 persone, di cui 35.331 in provincia di Udine (+92), 16.857 a Pordenone (+6), 14.797 a Trieste (+31), 9.104 a Gorizia (+41) e 895 di fuori regione (+2). La Regione informa inoltre di quattro ospiti positivi nelle residenze per anziani, ma di nessun operatore sanitario contagiato né nelle case di riposo, né in uffici e corsie degli ospedali. La conferma di un effetto vaccino che la scorsa settimana ha visto il calo del 40% di infezioni (da 30 a 18 tra ospiti e operatori sui sette giorni precedenti), mentre nel Ssr si è registrato un lieve aumento (da 24 a 26) che chiama in causa ancora la provincia di Udine con 23 infezioni nell’Azienda Friuli Centrale. Le terapie intensive occupate sono 62 (+1), le aree mediche 373 (+12). Con i tre decessi di giornata, il totale delle vittime è di 2.844: 1.422 a Udine (+1), 639 a Trieste (+1), 595 a Pordenone e 188 a Gorizia (+1). Gli attualmente positivi sono 10.162 (+80), i totalmente guariti 61.964 (+75), i clinicamente guariti 2.014 (+14), gli isolamenti 9.727 (+67). —