BELGRADO Non solo quella inglese. Anche la variante sudafricana, sulla carta ancora più problematica della B.1.1.7 scoperta nel Regno Unito, comincia a far paura. Succede anche in Croazia, dopo che in Slovenia è stata scoperta venerdì in almeno una persona rientrata dall’Africa, per di più già vaccinata, mentre continuano le verifiche sui contatti avuti dal primo contagiato.
Le speranze invece ormai sono perse riguardo alla cosiddetta variante inglese, che spaventa sempre più anche in Croazia. «Siamo sorpresi – ha spiegato ancora Petrović – sapevamo che circolava tra noi, ma su 300 campioni» sottoposti a sequenziamento «60 sono risultati positivi» alla B117, pari al 20%, è stato precisato. Una quota che potrebbe spiegare il recente aumento dei contagi che si sta cominciando ad osservare da Zagabria a Spalato. Secondo i dati della Johns Hopkins University, sono stati il 31% in più nell’ultima settimana, fra le crescite più marcate a livello Ue assieme a quelle di Grecia (+47%), Bulgaria (+41%), Polonia (+33%) ma soprattutto d’Ungheria (+65%), dove la terza ondata è già realtà. E anche lì la variante sudafricana è stata sequenziata per la prima volta, in un paziente contagiato da un collega ritornato dalla Zambia, ha informato Cecilia Mueller, numero uno dell’Istituto di salute pubblica magiaro, che ha fatto appello a tutti «a fare il proprio per fermare la terza ondata».
In Ungheria, giovedì, sono stati identificati decine di casi di variante inglese, che si sta diffondendo con sempre maggior rapidità – e lo fa, ad esempio, anche in Macedonia e Bosnia. Poco sorprendono allora la decisione di Budapest di prolungare il semi-lockdown e gli appelli sempre più accorati a vaccinarsi. Potrebbe non bastare. «Siamo all’inizio delle due settimane più dure della pandemia, l’emergenza delle varianti ha portato e porterà a un aumento marcato delle infezioni», ha lanciato l’allarme il premier ungherese Viktor Orbán. —