Il Pd locale si sposta a sinistra prime prove di polo moderato
Dopo la conferma di Strukelj della disponibilità a candidarsi a sindaco prende corpo una alleanza tra dem e La Sinistra e altri gruppi. Ma Furfaro e il grillino Pin guardano altrove

l’analisi
Dopo mesi di bocche cucite sulle candidature in vista delle amministrative 2022, si apre una breccia nell’ermetismo a centrosinistra. C’è voluto che uno degli aspiranti per la corsa alla poltrona più ambita di piazza della Repubblica, Davide Strukelj, dicesse “Sono qui, mi metto a disposizione”, per scatenare una serie di piccoli movimenti tellurici che, a decifrarli, rivelano però lo stato magmatico e frastagliato in cui versano le opposizioni per ribaltare la Lega dal trono. Prima l’antitesi di un terzo polo con Potere al Popolo e ora la “santa alleanza” tra Pd, La Sinistra, Articolo 1, Responsabilmente per Monfalcone e Monfalcone Coraggiosa.
La «fabbrica di una valida alternativa per la città», con politici e movimenti civici di estrazione progressista, viene dunque allo scoperto nelle forme di futura, possibile coalizione unita contro l’esecutivo Cisint uscente e convergente su una piattaforma (e una prima intesa sui programmi). Ma si guarda bene dal districare pubblicamente il rebus candidati. Che fino a smentita vede in campo un tesserato dem di lungo corso, Riccardo Cattarini, e un esponente della società civile, appunto Strukelj.
E tuttavia è l’assenza dalla “santa alleanza” di alcune figure a fare rumore. Come mai non c’è La nostra città di Annamaria Furfaro, consigliere comunale che pure non poco filo da torcere ha dato in Aula e nelle commissioni alla maggioranza di centrodestra? Inoltre: i grillini dove stanno? Ebbene la notizia è che i due schieramenti non hanno aderito al progetto, anzi non riconoscendo l’asse, a detta loro «troppo sbilanciato a sinistra», né le linee espresse su taluni punti cruciali, come «lavoro, industria, ambiente», insomma le questioni scottanti a Monfalcone, prospettano la costruzione di un polo moderato. Rivendicano un’autonomia, anche in termini di candidatura. Non politica, ma tecnica. L’auspicio di un piccolo governo Draghi pure nella città del cantiere. Perché no.
A smarcarsi dunque dal progetto di cui Alessandro Saullo (Rifondazione) e Lucia Giurissa (Pd) tengono saldamente le redini è la stessa Furfaro, peraltro già dal primo anno di consiliatura affrancatasi dalla sovrastante ala di Enrico Gherghetta, papà della civica La nostra città. Oggi, con l’ex presidente della Provincia, dicono le gole profonde, non ha più niente a che spartire. «Non facciamo parte, assieme ai grillini di Pin, di quel gruppo e stiamo lavorando – dice – per creare un terzo polo di moderati, equilibrati nei modi e sui temi da trattare». Dunque si pesca al centro. Un centro che anche a destra qualcuno inizia a guardare con interesse, per l’assenza di punti di riferimento. Il cattolico si riconosce nelle politiche della Lega sull’immigrazione? E il moderato converge su FdI? Non è un caso che anche in maggioranza qualcuno, per esempio Ciro Del Pizzo, si sia posto la questione di chi, per anima, sta al centro (non si scordi che prima di essere fortino della sinistra, cioè ante sindaco Adriano Persi, Monfalcone è stata roccaforte della Balena bianca). I giovanotti di quegli anni ora hanno i capelli argento, ma chi votano?
Tornando a sinistra, si puntella il progetto. Il coordinamento «si sta riunendo con cadenza sempre più assidua in città». Riunioni “virtuali”, ma giorni fa «è stato approvato un primo documento, che intende fissare valori e prospettive comuni, una visione d’insieme della città, base di partenza per un percorso unitario». Seguirà un calendario di incontri per approfondimenti tematici, audizioni di categorie e dibattiti, al fine di «progettare la città che vorremmo». «Siamo convinti – sostiene il coordinamento – che Monfalcone debba essere considerata una risorsa per le sfide del futuro, che è necessario rimettere al centro la dignità di tutte le persone. Un territorio laboratorio di soluzioni innovative sui temi della complessità demografica, del lavoro e della sostenibilità». Il percorso, nelle intenzioni, vuole essere «aperto e costruttivo», per lasciare alle spalle «un modello di città chiusa da cancelli, frammentata e caricata di ansie, oggetto continuo di propaganda». «C’è bisogno – arringano – del contributo di chi crede che Monfalcone abbia le potenzialità per essere accogliente, partecipata, laboriosa, solidale». Con quale condottiero, si vedrà. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori