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Il Covid colpisce anche i redditi: duemila euro in meno a famiglia

Le stime di Confesercenti sulla perdita del potere d’acquisto in Friuli Venezia Giulia tra 2020 e 2021

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TRIESTE La pandemia colpisce il potere d’acquisto delle famiglie del Friuli Venezia Giulia. Vale attorno ai duemila euro la perdita di reddito che la crisi innescata dal Covid genererà fra 2020 e 2021 sui nuclei residenti in regione. La stima è della Confesercenti nazionale. In un quadro ovunque negativo, le entrate degli abitanti del Fvg reggono comunque meglio del resto del Nord Italia.

L’associazione di categoria del terziario stima in 1.650 euro il rosso riscontrato dalle famiglie italiane nel 2020 e prevede perdite medie per altri 512 euro nell’anno in corso, che non si preannuncia a tinte rosee. Da qui l’appello ad accelerare sulle vaccinazioni, unico strumento per il ritorno alla normalità.

Secondo lo studio di Confesercenti, se nel 2021 le cose continueranno a questo ritmo, «le perdite delle famiglie di Lombardia, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia sarebbero superiori ai 500 euro», che si sommano ai circa 1.500 di minori entrate che hanno pesato sui bilanci domestici nel 2020.

Al Fvg va però un po’ meglio degli altri territori del Nord. Nel 2021 la distanza maggiore dalle condizioni pre Covid si registrerebbe in Emilia Romagna (-897 euro), seguita dalle Marche (-807 euro). Le perdite sono proporzionate alla ricchezza della popolazione e quindi sono maggiori nell’Italia settentrionale, tanto che le famiglie pugliesi dovrebbero vedere i propri redditi 2021 calare soltanto di 200 euro.

La pandemia ad ogni modo ha indebolito ovunque gli italiani e, secondo Confesercenti, «le prospettive di recupero sono lente e dipendenti dagli esiti della campagna vaccinale, attualmente in ritardo sugli obiettivi fissati. A oggi ha ricevuto almeno una dose di vaccino solo il 6, 6% della popolazione italiana».

Per quanto riguarda le altre regioni, la contrazione dei redditi 2021 rispetto al 2019 sarebbe compresa fra 600 e 700 euro in Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto, Toscana e Umbria. La compressione supererebbe gli 800 euro nel Lazio, in Abruzzo, in Molise e in Sardegna. Per Liguria, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia la flessione andrebbe infine oltre i 300 euro per famiglia. Cifre che si sommano a perdite più o meno triple riscontrate nel 2020.

Più di tutti soffrono i lavoratori autonomi, per i quali la perdita di reddito nel biennio 2020-2021 varrebbe 70 miliardi. Male anche il comparto dei dipendenti privati che, secondo i dati, registrano una caduta di 65 miliardi. «L’impatto – dice l’analisi – si è concentrato quasi completamente sui lavoratori autonomi e sui loro dipendenti, con perdite decisamente superiori ai ristori. L’ultima tranche di sostegni da 32 miliardi ancora non si è materializzata, a oltre 60 giorni dall’annuncio. Una situazione incredibile e inaccettabile». Nessuna conseguenza invece sul segmento dei dipendenti pubblici, che addirittura registra +10 miliardi in due anni, grazie ai nuovi redditi generati dalle assunzioni nel comparto sanitario. —




 

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