TRIESTE. Un anno fa, il 26 febbraio 2020, il grande anniversario tartiniano - 250 anni dalla scomparsa del geniale compositore e violinista piranese - coincideva con l’irruzione della pandemia in Italia, e si dovevano fermare le iniziative previste per celebrarlo a nord-est, da Trieste a Padova a Pirano.
Nella giornata che sigla i 250 anni + 1 dalla morte di Giuseppe Tartini - oggi, 26 febbraio 2021 – il Paese è ancora nella morsa del coronavirus: ma il Conservatorio Tartini di Trieste vuole ricordare l’illustre musicista con una iniziativa originale e interattiva, di respiro divulgativo, per favorire la migliore conoscenza della sua opera, della sua poliedrica personalità ma anche della sua umanità e quotidianità.
Per questo da oggi, 26 febbraio, sarà online, scaricabile per tutti in un clic sul sito Discover Tartini discovertartini.eu, il corposo Epistolario di Tartini, edito per i tipi della casa editrice EUT di Trieste, realizzato in versione trilingue (italiano, inglese e sloveno), con ampia introduzione e corredo iconografico. La trascrizione di lettere e documenti, gran parte del tutto inediti, è curata da Giorgia Malagò dell’Università di Padova, ed è stata pubblicata a cura del Conservatorio di Trieste nell’ambito del progetto transfrontaliero Interreg tARTini, con la revisione di Paolo Da Col.
«Le lettere – spiega la musicologa Margherita Canale - ci fanno entrare nel mondo del grande violinista, nato a Pirano d’Istria nel 1692 e morto a Padova nel 1770. Dagli scritti più confidenziali e quotidiani in cui rivela di essere un amante della cioccolata e si preoccupa di farne assaggiare una qualità pregiata all’amico Padre Giovanbattista Martini, alle missive di stampo didattico, come la famosa Lettera a Maddalena Lombardini sulla tecnica e lo studio dell’arco, la raccolta ci introduce negli interessi, nelle caratteristiche della personalità e nelle passioni che animano il mondo interiore ed esteriore di TartiniCe lo presenta nella sua veste umana, negli affetti: la moglie, i parenti di Pirano, la cura per gli studenti che arrivano a Padova per studiare con lui da tutta Europa, ma anche nella sua veste formale, alla ricerca di approvazione dal mondo dei dotti matematici dell’epoca o in contatto con aristocratici e intellettuali di alto livello. A volte ironico, a volte scontroso e irritato, Tartini svela una personalità sempre profondamente sincera con sé e con gli altri e allo stesso tempo complessa e talvolta contorta, accesa e in continua ricerca».
La raccolta evidenzia la ricchissima rete di relazioni con personalità musicali e della cultura italiane ed europee del maestro di Pirano, porta l’attenzione ai suoi amati studi di acustica, a riflessioni sullo stile musicale e su ideali di gusto e sonorità, e non da ultimo ci mostra la cura di Tartini per gli interessi dei musicisti della Cappella della Basilica antoniana a Padova.
E proprio oggi, a partire dalle 17, in occasione dei 250 anni + 1 dalla scomparsa di Giuseppe Tartini, il Conservatorio a lui intitolato offrirà a tutti i navigatori una videoproduzione con lettura scenica di una selezione dell’epistolario a cura dell’attore triestino Adriano Giraldi. Realizzato da Divulgando srl, il video è introdotto da una presentazione di Margherita Canale e sarà online sul profilo facebook e sul canale youtube del Conservatorio Tartini.
L’omaggio a Tartini proseguira’ in aprile, ricordando l’anniversario della sua nascita (8 aprile 1692) e i 300 anni esatti dal suo incarico come primo violino e maestro di cappella alla Basilica di S. Antonio a Padova: c’è grande attesa per l’inaugurazione de “La stanza di Tartini”, lo spazio museale permanente allestito a Trieste nella sede del Conservatorio, che aprira’ l’8 aprile aprile con una visita guidata virtuale, e che insieme alle sedi tartiniane di Padova e di Casa Tartini a Pirano compone il Museo virtuale transfrontaliero dedicato al grande musicista. In esposizione a Trieste il pubblico - per ora solo digitale, appena possibile anche in presenza – troverà oggetti appartenuti a Tartini, cimeli, spartiti, ritratti, manoscritti e due importanti archetti di violino che testimoniano il passaggio dall’arco barocco all’arco moderno, di cui proprio Tartini fu antesignano.