È morto Gianni Marson, anima e simbolo del calcio di Savogna
Giocatore, allenatore, dirigente e presidente del Sovodnje era apprezzato da tutto il mondo dilettantistico del pallone

SAVOGNA È stato giocatore, allenatore, dirigente, presidente. Punto di riferimento per un paese intero, e non soltanto. Senza giri di parole è stato un’icona del calcio a Savogna d’Isonzo. Oggi Gianni Marson non c’è più, portato via da un malore improvviso che ha stroncato il suo cuore grande e appassionato di vita, di sport, di amicizia, mentre si trovava in casa. Aveva 83 anni.
A piangerlo non è solo il suo paese, più in generale è il mondo del calcio dilettantistico isontino e regionale che ha attraversato dal campo alla scrivania. Di professione operaio edile e sposato per 49 anni con l’amatissima moglie Alma, mancata esattamente dieci anni fa, Marson ha vissuto circondato dall’affetto dei figli Moreno, Gianna e Monica, e di tutti i nipoti, ma si può dire che la sua “famiglia” si allargava ai tantissimi, giovani e meno giovani, che condividevano con lui l’enorme passione per il calcio.
Gianni Marson è stato autentico simbolo del pallone al Savogna perché c’è stato, sempre, in tutte le tappe di questo sport in paese. Come portiere ha difeso i pali del neonato Sovodnje, alla metà degli anni Cinquanta, prima di spiccare il volo verso la più blasonata Pro Gorizia, per tornare a “casa” infine tra la fine degli anni Sessanta e i Settanta. Sfilati i guanti, Marson aveva iniziato il percorso da allenatore, per trasmettere quel suo amore per il gioco e le sue conoscenze alle nuove generazioni: partendo dalle giovanili (in tanti ricordano la sua capacità di coinvolgere i ragazzi, gioire e soffrire con loro per vittorie e sconfitte) era arrivato a guidare la prima squadra del Sovodnje, allenando in seguito anche le altre due squadre isontine della minoranza slovena, la Juventina e il Mladost.
A Savogna, infine, era tornato ancora per diventare una colonna della dirigenza, della quale ha fatto parte di fatto ancora fino a pochi anni fa. I suoi anni da direttore sportivo corrispondono a quelli delle grandi soddisfazioni sul campo e nell’albo dei presidenti biancoazzurri figura anche il suo nome, a metà degli anni Novanta.
«Marson è stato un’icona per il paese, attivissimo nello sport e nel sociale – ricorda l’attuale presidente del Sovodnje Ladi Tomsic –. Quando si potrà, quando torneremo in campo, troveremo il modo di ricordarlo degnamente, ma intanto il nostro pensiero va ai suoi cari». «È una perdita enorme per Savogna, e per me personalmente – aggiunge l’ex numero uno della società Valentino Custrin –. Fu lui a portarmi al Sovodnje, e da Gianni ho imparato tantissimo». L’addio lunedì, con i funerali che si svolgeranno alle 13 nella chiesadi Savogna d’Isonzo. —
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