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Nuovo taglio ai vaccini. In attesa 6 mila richiami: rallenta la campagna in Fvg

Riccardi: rischio frenata. Attesa per la quantificazione delle dosi mancanti. Sabato 23 gennaio vertice con Arcuri e i ministri Boccia e Speranza. Fedriga attacca il Governo

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TRIESTE Pfizer decide un nuovo taglio unilaterale alle spedizioni del vaccino e la campagna preventiva in Friuli Venezia Giulia rischia una «brutta frenata». Il vicepresidente Riccardo Riccardi non usa eufemismi, ma per ora si muove al buio rispetto alla continuazione del piano di profilassi, pur garantendo la copertura dei richiami programmati. Più di tremila fra sanitari e anziani delle case di riposo si sono visti intanto rinviare la prima iniezione e slitta ulteriormente la fase 2 dedicata a 108 mila over 80, 45 mila disabili e 243 mila persone con patologie croniche. Il governatore Massimiliano Fedriga attacca il governo e oggi pomeriggio incontrerà assieme ai propri colleghi il commissario Domenico Arcuri e i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza, da cui il Friuli Venezia Giulia attende risposte sulle dosi mancanti.

«Vedremo cosa ci diranno», mastica amaro Riccardi, evidenziando che, «fino a quando non sappiamo cosa succede dal 25 gennaio, è chiaro che la situazione è critica. Ad oggi sappiamo solo che Pfizer invierà le dosi giovedì e non mercoledì, che abbiamo 8 mila dosi in meno del previsto e che la prossima settimana avremmo dovuto riceverne 10.530 più altre 5.850, come ristoro parziale di quanto non arrivato. Ma l’unica conferma che abbiamo è che la prossima settimana arriveranno le prime 1.300 dosi programmate del vaccino di Moderna. Non sappiamo quanto invece riceveremo da Pfizer».

Il quadro è al momento impossibile da decifrare, dopo che Arcuri ha annunciato che la prossima settimana Pfizer invierà all’Italia il 20% di contingenti in meno del pattuito: «una triste certezza», ha detto il commissario. La nuova riduzione si aggiunge al -29% di questa settimana: una percentuale calcolata su base nazionale, ma che per il Fvg è corrisposta in realtà ad un -54% degli invii previsti. La giunta non ha potuto che prenderne atto, ordinando lo stop alle prime somministrazioni, per poter riservare il vaccino a chi è in attesa della seconda dose, necessaria per arrivare alla completa immunizzazione. A ieri sera, sabato 23 gennaio, risultavano oltre 2 mila persone ad aver completato il ciclo, con oltre 32 mila in attesa della seconda siringa. Le quasi 52 mila dosi arrivate finora in regione permettono di ultimare il percorso a 26 mila persone. In attesa ne restano quindi 6 mila. Sui richiami Riccardi manda comunque un messaggio rassicurante: «Non sarà un problema», considerando che le forniture Pfizer rallenteranno ma non si arresteranno.

Fedriga è furente: «Con un problema come l’incertezza nella fornitura, noi rischiamo di doverci fermare o comunque andare a contrarre in modo estremamente consistente la campagna vaccinale». Il presidente chiede chiarezza: «Si deve dire “guardate, da queste settimane in poi ci sarà la fornitura di tot vaccini” e così si sa che, invece di 15 mila dosi, ne arriveranno 10 mila a settimana, ma lunedì quelle 10 mila devono esserci, cosa che oggi purtroppo non stiamo vedendo, tanto che continua ad esserci un rinvio di giorno in giorno non indifferente». Non manca la critica al governo: «La campagna è iniziata male. Di chi è la responsabilità? Non è colpa di Pfizer perché deve consegnare i vaccini in tre mesi, non è colpa della Commissione europea perché ha negoziato benissimo, non è colpa del governo perché non sbaglia mai. Sta di fatto che i vaccini non ci sono, con il problema per le seconde dosi. In Fvg abbiamo iniziato a vaccinare con il nostro personale e ci avevano detto che ce lo mandavano, ma non è ancora arrivata una persona».

Il punto del personale è l’unico su cui arrivano le prime informazioni: sono una cinquantina i medici e gli infermieri che dovrebbero essere reclutatati in Fvg a spese della gestione commissariale, anche se le agenzie interinali stanno ancora vagliando i curriculum. Per Riccardi, tuttavia, «il problema ora non sono loro ma l’esistenza delle fiale». Il vicepresidente non sa infatti «come si tradurrà per noi il 20% nazionale: lo chiederemo nell’incontro al governo, cui domanderemo garanzie chiare. Senza è impossibile programmare. Gli anziani ci chiedono quando si possono vaccinare: cosa rispondiamo? Rischiamo una brutta frenata: la fase 2 delle vaccinazioni può partire dopo la fase 1 e noi la fase 1 non l’abbiamo finita».

Arcuri ha dato intanto mandato all’Avvocatura dello Stato di studiare le possibili azioni legali contro Pfizer per i ritardi delle forniture. Sul tema interviene la deputata Pd Debora Serracchiani, secondo cui «determinazione e velocità sono importanti nella sacrosanta azione legale del commissario contro Pfizer. E accanto a lui occorre far sentire che c’è il peso dell’intero paese in tutte le sue articolazioni sociali e istituzionali. Bisogna dare un preciso segnale a chi ritiene di poter venir meno a precisi accordi commerciali che riguardano la salute dei nostri cittadini e la ripresa in sicurezza delle attività sociali e produttive». 

BUONE E CATTIVE NOTIZIE

Dopo le ripetute denunce sul rischio di una frenata, in Regione gli animi cominciano però a rasserenarsi. Riccardi rivendica «l’azione prudente della Regione, che ha messo in sicurezza i richiami, accantonando il 30% delle dosi ed evitando le difficoltà di altri territori». Restano però anche i timori, dopo il via del governo ad azioni legali contro Pfizer e pure contro AstraZeneca, che ha confermato il taglio del 60% degli invii assicurati nel primo trimestre. Per l’Italia significa passare da 8 a 3, 4 milioni di dosi, con ovvie ricadute in Fvg. «Si profilano quantitativi inferiori rispetto alle prime ipotesi – ammette Riccardi – e con queste premesse la campagna vaccinale potrebbe avere tempi più lunghi di quelli prospettati».
 
Non a caso, la Regione ha chiesto che le forniture della fase 2 siano tarate sulla base dell’anzianità media della popolazione: un dato molto alto in Fvg, che sarebbe favorito sul fronte delle quantità spedite. Sempre lunedì arriveranno in Italia 66 mila fiale del vaccino Moderna: la regione riceverà una quota pari a 1.300 dosi, destinate ad alcune case di riposo. 
 
SPORT IN MONTAGNA
 
Sarà sciolta domani la controversa interpretazione che al momento vieta ai residenti in regione di spostarsi dal proprio comune per andare in montagna a fare camminate e attività sportive. Il commissario di governo Valerio Valenti ha optato per attuare la zona arancione bloccando ogni spostamento non necessario e quindi anche le gite sulla neve, a meno che a muoversi non siano i proprietari di seconda casa. Le Regioni Veneto e Valle d’Aosta hanno dato però un’interpretazione non restrittiva e Valenti annuncia che domani si confronterà con il presidente Massimiliano Fedriga per decidere il da farsi. Come spiega Valenti, «è in atto un chiarimento con gli uffici centrali, perché serve uniformità di comportamenti e altrove prevalgono applicazioni più permissive. Lunedì ne riparleremo con la Regione». 
 
Non basta a evitare la polemica del deputato di Nci Renzo Tondo: «Il commissario Valenti vieta di andare a fare una camminata se questo comporta spostarsi di comune, ma il governo permette di recarsi dalle 5 alle 22 in altro comune, se in quello di residenza non si può praticare lo sport desiderato e purché a fine giornata di torni nella propria abitazione. Valle d’Aosta e Veneto hanno dato un’interpretazione estensiva: quella restrittiva di Valenti è un errore e un ulteriore passaggio negativo nei confronti delle attività economiche della montagna. Presenterò un’interrogazione urgente al governo perché chiarisca la situazione». 
 
L'ATTACCO DALLA GIUNTA
 
Il segretario del Pd Fvg Cristiano Shaurli torna intanto ad attaccare la giunta: «Di fronte al drammatico record europeo di decessi del Fvg e alla situazione dei nostri ospedali, non bastano più le trite risposte della giunta. Di chi sono le responsabilità per giorni e giorni di attesa per l’esito di un tampone, per la mancanza di rsa Covid, per tracciamenti inesistenti?». 
 
Il M5s depositerà un’interrogazione a Riccardi «per vederci chiaro». Il grillino Andrea Ussai sottolinea che «i numeri non possono essere spiegati chiamando in causa l’elevata età media della popolazione. La Liguria ha l’indice di anzianità più alto in Italia, ma un tasso di mortalità di 36,94, rispetto al 62,16 del Fvg nel periodo novembre-dicembre».

 

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