Grado, morto a 95 anni di “sior Nicoletto de la Safica”
Nebbioso era una persona molto popolare. Ha lavorato prima come autista della corriera e poi guardiano dell’azienda Oggi i funerali in basilica

GRADO “Sior Nicoletto al guardian de la Safica” (lo storico stabilimento conserviero) se ne è andato. Al compimento dei 95 anni, nel febbraio dello scorso anno, Il Piccolo lo aveva ricordato con un articolo e la fotografia per il traguardo raggiunto. Oggi ne parla perché a seguito di una lunga malattia (era ricoverato infatti da tempo all’ospedale di Monfalcone) è deceduto.
I funerali saranno celebrati questa mattina (sabato) alle 10.30 nella basilica di Sant’Eufemia (dalle 9 il feretro sarà esposto nella cappella del cimitero). Parlare di Nicolò Nebbioso significa in ogni caso non solo ricordare la Safica ma anche la Gradese calcio. «Mamuli, avanti! » questo il suo grido potente che incitava la squadra. Era uno dei più accanito tifosi della Gradese che seguiva immancabilmente in tutte le trasferte. Come lavoro iniziò a fare l’autista della Gradese Autocorriere e proprio perché in possesso della patente fu assunto dalla Safica.
Nei momenti d’oro dello stabilimento lavoravano all’incirca 200 persone. Parte di queste veniva da fuori e per il trasporto, da e per il ritorno a casa, provvedeva la Safica con una propria corriera. L’autista era Nebbioso che poi divenne il custode.
La Safica era nata per volontà di Mario Pedol, un esule istriano di Rovigno che aveva già un’industria conserviera che gli era stata confiscata nel 1946. La Società Azionaria Fabbrica Italiana Conserve Alimentari spa (Safica) registrata alla Camera di Commercio di Milano porta la data del 1960 ma il marchio Nostromo che l’ha resa famosa era stato registrato ancora prima, nel 1952.
Dopo tanti anni di intensa e produttiva attività (inizialmente si lavoravano le sardine e poi il famoso tonno Nostromo) iniziò il burrascoso declino.
Nonostante tante lotte non ci fu nulla da fare e la Safica fu dismessa nel 1992. L’anno dopo passò nelle mani di una società spagnola ma oramai la sorte era segnata. —
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