TRIESTE Addio “albereti” e “lucete”. Senza rancore. «Venerdì, dopo il Capodanno ortodosso (il 14 gennaio, giovedì, ndr), si spengono le luci e la musica. Poi si iniziano a smantellare gli alberi e le luminarie». Roberto Dipiazza non usa i toni trionfalisti usati all’accensione degli alberi il 6 novembre, ritardata alcuni giorni dopo l’attentato terroristico di Vienna. Il Natale anticipato di Trieste termina tardi, a metà gennaio, per onorare i riti ortodossi, con gli abeti esausti (spelacchiati e ingialliti)e le palle rosse visibilmente ammaccate dalla Bora. Alcuni alberi non hanno resistita per i due mesi e mezzo di esposizione e sono stati sostituiti strada facendo. E il sindaco sarà chiamato a fare un bilancio dell’investimento da 590 mila euro (che sarà rivisto in parte, viste le molte iniziative saltate a dicembre a partire da mostre e concerti).
«Ho visto la piazza piena di gente che si faceva i selfie. Su Facebook ci sono 120 mila visualizzazioni di un video della nostra piazza. A me non ha dato fastidio», risponde in una diretta televisiva. E i numeri del turismo? «Come è andata a Cortina?», replica Dipiazza. Vacanze di Natale a Cortina è ormai un classico dei cinepanettoni.—
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