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Covid, Fedriga: il Fvg è pronto ai vaccini anche prima del 15 gennaio

Quanto al ritorno in classe, «non è in discussione, ma lo è se una didattica al 75% in presenza sia sostenibile». Il presidente regionale apre anche a un lockdown stile prima ondata, ma «solo se il governo troverà le coperture economiche dal 25 dicembre al 6 gennaio, anche perché per le categorie più esposte servirebbe un ristoro totale»

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TRIESTE Sulle vaccinazioni «il Fvg è pronto a partire anche prima del 15 gennaio». Lo ha detto il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga, in collegamento con Sky Tg24 oggi 15 dicembre. «Abbiamo acquistato i frigoriferi per la conservazione, individuato e segnalato i siti per eseguire le vaccinazioni, i luoghi di stoccaggio e siamo pronti dal punto di vista logistico a portare il vaccino a domicilio, ossia nelle case di riposo della regione». Un problema serio, ha ribadito, «è quello del personale addetto alla vaccinazione che sarà estrapolato del Ssr, anziché esternamente come era stato inizialmente previsto».

Per quel che riguarda lo screening «facciamo in proporzione più tamponi che nel resto del Paese, e abbiamo un tasso di tamponamento al 100% relativamente alle case di riposo». Inoltre «stiamo sperimentando con l'azienda sanitaria universitaria del Friuli centrale e un'azienda di Udine, un test salivare basato sul Rna, che elimina il rischio del tampone male eseguito, non si tratta di un test rapido ma, dopo la raccolta della saliva in una specifica provetta va portato in laboratorio. Spero di avere l'autorizzazione da gennaio».

Infine, sui dati che ultimamente vedono il Triveneto come l'area più colpita del Paese Fedriga ha sottolineato che la situazione non riguarda solo il Triveneto ma anche la Carinzia austriaca e la Slovenia, «un' area ben maggiore di quello che appare prendendo in esame i soli dati nazionali».

La riapertura invece, il prossimo gennaio, del secondo ciclo di istruzione «non è in discussione ma lo è, piuttosto, il fatto se il 75% di didattica in presenza sia sostenibile o meno. Per organizzare al meglio il rientro forse sarebbe meglio prendersi una settimana in più ma arrivare fino alla fondo, perché ulteriori 'stop and gò sarebbero deleteri per la formazione dei ragazzi». Per Fedriga il rientro «si scontra con le criticità, in primis i coefficienti di riempimento stabiliti al 50%, in carico al trasporto pubblico locale urbano che riguardano principalmente coloro che frequentano le scuole delle città». Limitazioni che, invece, «in ambito extraurbano sono superabili attraverso il noleggio dei mezzi con conducente (Ncc)». Fedriga, infine, ha posto la questione dei contagi a scuola «che ci sono e di cui occorre tenere conto».

Quanto alle festività, Fedriga ha dichiarato che «domani mattina discuteremo con il governo sulle eventuali misure da prendere», «e se si vuole fare un intervento forte lo si faccia, garantendo, però, una copertura totale», perché «nessuno vuole fare sacrifici se poi la soluzione non arriva, così come i ristori».

Fedriga ha aperto anche a un lockdown stile prima ondata, ma «solo se il governo troverà le coperture economiche dal 25 dicembre al 6 gennaio, anche perché per le categorie più esposte servirebbe un ristoro totale». Per il presidente del Fvg, «le scelte sono due: o misure forti, quindi chiusure nette, per ridurre il contagio in maniera decisa, o tenere aperto, soluzione certamente meno rischiosa dal punto di vista economico ma molto di più dal quello sanitario. Le mezze misure non vanno bene, così come i ristori a metà».

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