MONFALCONE Il coronavirus può colpire due volte e la reinfezione non è un’eventualità poi così peregrina. Che una volta guariti dal Covid-19 non si resti per sempre protetti contro il virus lo ha, suo malgrado, testato sulla pelle un’operatrice sociosanitaria della casa albergo di Monfalcone: infetta nella prima ondata di marzo, da alcune ore risulta nuovamente positiva. La circostanza è emersa nell’ultima serie di screening messa in campo per monitorare la struttura comunale.
Dunque lievita ancora il numero di ospiti contagiati all’ospizio comunale. Sulle tracce degli asintomatici, già la scorsa settimana, il Comune aveva dovuto fare i conti con un impatto della pandemia sul blocco 2 più accentuato rispetto al quadro iniziale: 29 positivi – ora saliti a 32 – su 59 ospiti, la stragrande maggioranza dei quali ultraottantenni. Statisticamente oltre un anziano su due ha contratto il coronavirus, sebbene gli ultimi esiti dei tamponi abbiano consegnato un sostanziale quadro di asintomaticità, diagnosi fin qui confermata dal medico dell’Usca, unità speciale di continuità assistenziale, attivo ora su chiamata alla struttura di via Crociera. Mentre da lunedì, come sottolinea l’assessore Luise, è operativo l’infermiere distaccato da Asugi (sempre su sollecito dell’ente) a sostituzione di altra figura omologa, dipendente del gestore Kcs, finita in quarantena per aver contratto giorni addietro il virus.
«La notizia positiva – ancora Luise – è che una delle due nonnine rimaste alla casa albergo, quella di 97 anni, nell’ambito della prima tranche di 12 infetti, si è negativizzata, cioè è guarita». In 9 erano stati invece trasferiti alla Rsa di Cormons (cinque) e a Pineta del Carso (quattro), dove permangono. Il secondo screening, quello delle 17 infezioni, aveva richiesto invece un solo trasferimento al reparto Covid del San Giovanni di Gorizia, ricovero confermato a tutt’oggi: le altre positività continuano a essere trattate in house nella “bolla” rossa allestita nel perimetro dello stesso blocco 2, su indicazione dell’azienda sanitaria, dopo che la Regione aveva manifestato la necessità di ricreare nelle residenze protette apposite zone per l’assistenza di degenti positivi con condizioni di salute che non destano allarme. Gli anziani ricoverati in Rsa, Pineta o San Giovanni, una volta ottenuto il tampone negativo, saranno da protocollo ospitati per una decina di giorni nella residenza sanitaria assistita dell’ospedale di Gorizia, dopodiché potranno rientrare alla casa albergo.
«Sebbene ormai si sia giunti alla soglia del 21° giorno dai tamponi – conclude Luise – attendiamo dal Dipartimento della Prevenzione l’ulteriore passaggio finale di test, che noi a scopo prudenziale ci sentiamo di richiedere, pur nel costante scenario di asintomaticità della Casa albergo». –
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