TRIESTE Aumento esponenziale dei casi di maltrattamenti in famiglia durante il periodo del lockdown a Trieste. Dover restare più a lungo tra le mura della propria abitazione ha inevitabilmente avuto un impatto, peggiorando situazioni di tensione già in essere o facendo emergere problemi di convivenza domestica che forse sarebbero rimasti latenti. Ma il divieto di muoversi per ragioni diverse da quelle di lavoro o di necessità ha anche determinato un effetto collaterale positivo: la riduzione degli episodi di stalking.
Tra marzo e maggio 2020, rispetto allo stesso trimestre del 2019, si è registrato un aumento dei maltrattamenti accertati: da 25 a 35. Stabili le denunce per violenza sessuale (da 10 a 11), mentre sono lievemente diminuite quelle per gli atti persecutori (stalking), da 26 a 22. Proprio in quel periodo la Polizia di Stato ha aggiornato l’app Youpol aprendola anche alla possibilità di segnalare i reati di violenza domestica con le stesse modalità e caratteristiche delle altre tipologie di segnalazione, come bullismo e spaccio di droga nelle scuole. Con Youpol si possono trasmettere in tempo reale messaggi e immagini, con segnalazioni georeferenziate ricevute in sala operativa. Prevista anche la possibilità di segnalare in forma anonima.
Allargando l’analisi statistica ai primi nove mesi del 2020 (gennaio-settembre) nell’area giuliana si è registrato rispetto all’analogo periodo del 2019 il seguente andamento: le denunce per atti persecutori sono diminuite da 66 a 58, i maltrattamenti in famiglia sono passati da 85 a 75,le denunce per violenza sessuale sono state 22, rispetto alle 29 del 2019.
Sempre per quanto concerne gli strumenti a disposizione per combattere la violenza di genere, molto efficace si rivela l’ammonimento del Questore, misura di prevenzione che dà alla vittima una tutela rapida e anticipata rispetto al procedimento penale e consiste nell’avvertimento di astenersi dal commettere ulteriori atti di molestia o violenza: nel 2020 a Trieste sono stati emanati 10 provvedimenti, di cui 2 per atti persecutori e 8 per violenza domestica.
A Trieste, nell’ambito della campagna di prevenzione della Questura “Questo non è amore”, sono stati realizzati dei volantini informativi tradotti in 6 lingue (sloveno, serbo, croato, rumeno, portoghese, inglese) per poter raggiungere in modo efficace il maggior numero di donne. Nel retro del materiale divulgativo sono riportati i recapiti della “rete” territoriale che è possibile attivare e che comprende, oltre alla Questura, i servizi sociali comunali, il Goap, l’associazione Interpares, il numero verde nazionale 1522. Inoltre, è stata messa a punto anche quest’anno dalla Direzione centrale Anticrimine della Polizia di Stato la brochure con i dati del fenomeno a livello nazionale, per informare e stimolare a chiedere aiuto. Infine, con le attuali restrizioni a mobilità e relazioni sociali legate alla pandemia, la Questura di Trieste conferma il suo impegno a costituire un punto di ascolto, informativo e di riferimento, per le donne.—