TRIESTE Dopo l’epopea della nave Covid durante la prima ondata pandemica, la Regione ha deciso di inaugurare quella dei Covid Hotel, il cui elenco resta un segreto da custodire nonostante le promesse di trasparenza e condivisione. Ieri mattina il presidente Massimiliano Fedriga e il vice Riccardo Riccardi, durante la conferenza stampa di presentazione delle nuove misure restrittive, avevano annunciato la volontà di fornire alla stampa il nome delle strutture che avevano aderito al bando della Protezione civile. Un impegno però non mantenuto.
I Covid hotel sono le strutture deputate a consentire a chi non ha un luogo idoneo di completare il percorso di quarantena. Si tratta di soggetti che non necessitano di cure mediche che nella prima ondata avevano trovato ospitalità, per l’area giuliana, all’ex base militare di Lazzaretto, vicino a Muggia, poi reclamata dall’Esercito per i militari di “Strade sicure”. Alcune giunte regionali, come appunto quella dell’Emilia Romagna, avevano deciso di dedicare alcuni hotel anche ai sintomatici, garantendo la presenza di personale sanitario. Un modello idealmente simile a quello che durante la prima ondata volevano adottare Asugi e Fvg con l’iniziativa della nave poi naufragata tra le polemiche.
Al bando della Protezione civile concluso il 12 novembre ha preso parte sicuramente il Best Western Park hotel di Pordenone, mentre sulle altre nove realtà, numero indicato dalla stessa Regione alcuni giorni fa, viene mantenuto il massimo riserbo. Con qualche giorno di anticipo si era chiuso un bando simile promosso da Asugi e al termine del quale erano arrivate tre offerte da altrettante strutture di Ronchi dei Legionari, Trieste e Muggia. Anche in questo caso i nomi non sono stati resi noti, in quanto i contratti sono ancora da sottoscrivere in attesa che i tecnici diano il via libera. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA