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Trieste, il mondo del turismo dà l’addio a Lucchetta

Morto a 58 anni il triestino d’adozione innamorato della città: l’imprenditore veneto era a capo degli hotel Continentale, The Modernist e Palace Suite. Il cordoglio dei colleghi.

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Alessandro Lucchetta (a sinistra) all’interno del The Modernist insieme ad un collaboratore Foto Lasorte 

TRIESTE Trieste piange un imprenditore che ha contribuito in maniera determinate allo sviluppo turistico della città. La notizia della morte di Alessandro Lucchetta, amministratore della Golden Hotel & Resort - che a Trieste gestisce l’Hotel Continentale, il Palace Suite e The Modernist - ha lasciato ieri mattina senza fiato quanti in città avevano avuto negli anni la possibilità di conoscere quella persona pacata, estremamente riservata e di rare capacità imprenditoriali.

Lucchetta, veneto, 58 anni, da un anno alle prese con un male incurabile, aveva rilevato l’hotel Continentale una dozzina d’anni fa, rivoltando come un calzino quel vecchio albergo e rendendolo uno dei punti di riferimento della ricezione in città. Il secondo investimento era stato quello del residence Palace Suite di via Dante. La scorsa estate, invece, dopo un’importante restauro aveva inaugurare The Modernist. Un gioiello incastonato al centro di Corso Italia, del quale andava particolarmente fiero, anche perché ogni dettaglio era stato studiato assieme alla moglie architetto: quell’hotel è frutto dalle loro passioni. Ma gli investimenti della Golden Hotel & Resort non finiscono qui. Due anni fa la società aveva rilevato Casa Romano, il palazzo di piazza della Borsa che un importante cantiere sta trasformando in una serie di suite di lusso.

«Sono veramente dispiaciuto - commenta il sindaco Rpberto Dipiazza, scosso dalla notizia della morte - perché Alessandro era una persona alla quale volevo molto bene. Avevo grande stima di lui, come persona e come imprenditore. Amava molto Trieste malgrado non fosse triestino».

Commossi gli albergatori. «Alessandro era solito dire di se stesso che non era un albergatore, eppure era il più stimato di noi – riferisce Alex Benvenuti, amico di Lucchetta –. Era pragmatico e riservato, trovava sempre un pretesto per non apparire. Pochi giorni fa mi ha ripetuto ancora che credeva nel futuro di Trieste. E per il futuro della città si è speso molto e disinteressatamente, avendo la rara capacità di vedere lontano. Mancherà molto a tutti quelli che, come me, hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di essergli amico». «È stato un faro per l’intera categoria. Tenevo particolarmente ad Alessandro e quando mi sentivo di dover condividere una valutazione con qualcuno, lui era sempre il mio riferimento - afferma Riccardo Zanellotti, general manager del Savoia Excelsior -. Portava avanti le nostre posizioni con stile ed eleganza. È stato un grande imprenditore, un manager, che ha creduto in Trieste, e che aveva capito fin da subito che uniti potevamo raggiungere obbiettivi importati. Mi mancherà moltissimo, e se la famiglia avrà bisogno, noi albergatori ci saremo sempre».

Alessandro Lucchetta ha fatto parte del direttivo di Federalberghi, anche se a una personalità come la sua certe cariche andavano strette. «Quando si sentiva di dover dire qualcosa, pur con la sua usuale eleganza, non si risparmiava, – ricorda Guerrino Lanci, presidente di Federalberghi – anche quando sapeva che le sue parole sarebbero state difficili da digerire. Mancherà molto a tutti noi». —


 

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