Slovenia, in salita ricoveri e vittime: contestatori in piazza a Lubiana
Manifestazione contro le restrizioni, duri scontri con la polizia. Rallenta la corsa dei contagi
Stefano Giantin
LUBIANA Germania, Francia, Regno Unito, Italia. E ora anche la Slovenia. Si estende in Europa la rivolta contro nuovi lockdown e misure restrittive per contenere la pandemia. A essere interessata da manifestazioni violente è stata ieri anche Lubiana, dove in serata alcune centinaia di manifestanti, molti con il volto coperto, sono scesi a sorpresa in strada e hanno ingaggiato duri scontri con la polizia in tenuta antisommossa, lanciando oggetti contundenti, bottiglie di vetro, sampietrini e fumogeni contro gli agenti. Hanno così scatenato la reazione delle forze dell’ordine, che per la prima volta dal 2012 hanno dovuto utilizzare cannoni ad acqua per respingere la folla.
Secondo quanto ha riportato l’agenzia di stampa slovena Sta, in piazza si sono aggregati dimostranti infuriati contro le misure restrittive decise a metà ottobre dal governo – e riconfermate ieri – ma anche hooligan e negazionisti dell’esistenza del virus. A soffiare sul fuoco della rivolta sedicenti gruppi come Anonymous Slovenia, ma in strada potrebbero esserci stati anche elementi del milieu criminale locale, ha scritto il quotidiano Delo. Secondo i media locali, ci sarebbero stati dei feriti negli incidenti, tra cui almeno due poliziotti. A distanziarsi dalle proteste violente di ieri sera sono stati subito gli organizzatori delle tradizionali manifestazioni antigovernative in agenda ogni venerdì nella capitale slovena.
Le proteste sono arrivate alla fine di una giornata di luci e ombre, per la Slovenia, che ha registrato qualche timida schiarita sul fronte contagi, primo effetto delle misure restrittive; e ancora nubi nerissime sul fronte delle ospedalizzazioni e delle terapie intensive. In Slovenia infatti ieri sono stati registrati altri 30 decessi e si è superata quota mille ospedalizzati causa virus (+128 in un giorno). In crescita le persone ricoverate in terapia intensiva, in tutto 161 (+18).
Ma ci sono anche ragioni per nutrire un cauto ottimismo. Da almeno tre giorni, infatti, i nuovi contagi sono inferiori rispetto a quelli registrati la settimana scorsa. Sono stati 1.685 quelli segnalati ieri l’altro contro i 2.490 del precedente mercoledì 28 ottobre. Erano stati 2.027 quelli conclamati lunedì, contro i 2.610 del 27 ottobre. E 1.176 quelli dell’ultimo lunedì, in confronto agli oltre 1.500 dello stesso giorno della settimana prima.
«La situazione migliora», ha twittato il portavoce del governo, Jelko Kacin, ma non si può abbassare la guardia. Da qui la decisione del governo sloveno, riunitosi ieri pomeriggio, di mantenere in vigore le misure restrittive che limitano assembramenti, i movimenti e il divieto di varcare i confini comunali. Le scuole riapriranno lunedì solo con didattica a distanza. Allargate invece le maglie per alcune categorie commerciali, tra cui centri estetici e negozi per bambini, che potranno operare da oggi. —
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