Lo mandò in coma dopo un pugno Ora chiede scusa
L’autore dell’aggressione di due anni fa sulle Rive ha incontrato la vittima per la prima volta a margine dell’udienza in Tribunale

Per la prima volta la vittima e l’aggressore si sono incontrati. È accaduto ieri mattina a margine dell’udienza in Tribunale: il venticinquenne romano Alessio Vicchi, il giovane che il 14 ottobre di due anni fa (la sera della Barcolana) era finito in coma dopo aver preso un pugno in faccia, e il ventiquattrenne Francesco Fedeli. Cioè l’autore di quel pugno. Il motivo? Un apprezzamento a una ragazza.
Il colpo aveva fatto cadere Vicchi a terra. Era successo sulle Rive, nei pressi della Stazione Rogers: il venticinquenne romano, cameriere della pizzeria Rossopomodoro, aveva sbattuto violentemente la testa. Il giovane era stato poi ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Cattinara in condizioni gravissime: il trauma aveva comportato una frattura cranica, contusioni cerebrali multiple e crisi epilettiche. Fedeli (originario di Torre del Greco ma residente in Veneto), dopo aver colpito Vicchi era fuggito dileguandosi tra la folla della Barcolana. Ma la Squadra mobile di Trieste era riuscita a risalire a lui grazie ad alcune testimonianze e a pochi frame di una registrazione video.
Ieri, come da programma, si è tenuta l’udienza preliminare in Tribunale davanti al gup Luigi Dainotti (pm Lucia Baldovin). In corridoio Fedeli si è avvicinato a Vicchi chiedendogli scusa.
L’udienza, invece, si è conclusa con un rinvio al 27 gennaio: in questo periodo la difesa dell’imputato preparerà una proposta risarcitoria. Probabilmente solo simbolica visto che la cifra, per lesioni così gravi, può raggiungere importi estremamente elevati. Non sembra che l’imputato disponga di una capacità patrimoniale adeguata.
Vicchi è difeso dall’avvocato Mario Conestabo, mentre i genitori (che nei mesi di ricovero del figlio si erano trasferiti da Roma a Trieste, con tutti i disagi del caso) dall’avvocato Antonio Santoro. Durante la scorsa udienza sia la vittima che la famiglia si sono costituiti parte civile.
L’avvocato difensore di Fedeli, l’avvocato Esmeralda Di Risio del Foro di Pordenone, ha anticipato la volontà di accedere a un rito alternativo al processo: un abbreviato o forse un patteggiamento. —
G. S.
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