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Trieste, come cambia piazza Sant’Antonio: restyling solo sulle fasce laterali

Dalle vie Paganini e Ponchielli fino a via San Spiridione. Cantiere da 1 milione, partenza nel 2021

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TRIESTE Un ritocco a piazza Sant’Antonio. Lo si potrebbe definire un intervento “di minima”, parziale, quasi un antipasto in attesa di un seguito più consistente. Comunque, si va avanti con quello che c’è: il piano delle opere 2020 evidenzia una posta dedicata pari a 1 milione di euro, che consentirà di rifare le fasce laterali della piazza - soprannominate in Comune “baffi” - dalle vie Ponchielli e Paganini fino a via San Spiridione.

Al posto dell’attuale copertura in asfalto atterreranno i masegni, così da conferire coerenza al lavoro svolto in Ponterosso e lungo le sponde del Canale. La parte centrale della piazza, quella occupata dalla piscina per intenderci, non viene per ora toccata: i commercianti di frutta-verdura-formaggi-miele, che la popolano dal martedì al sabato, non dovrebbero essere interessati dal cantiere, a meno che il Municipio non ne disponga il trasloco in Ponterosso. Discorso diverso per gli esercenti delle fasce laterali, che dovranno convivere con l’attività riqualificativa, così come accadde alcuni anni orsono ai loro colleghi di via Rossini e di via Bellini.

Lo stringato racconto di Giulio Bernetti, che sotto la sua guida ha raccolto anche le strade e quindi il parziale rifacimento del centralissimo spazio, termina qui, perché la progettazione dell’intervento è in corso e non si escludono evoluzioni-variazioni sul tema. Bernetti si dice certo che il cantiere sarà aperto nel 2021 ma l’abile dirigente ha dribblato sul fatto se ciò avverrà prima o dopo la cesura elettorale.

Insomma, è prevalsa la logica assai prudente di Roberto Dipiazza, che, nell’approssimarsi delle urne, vuole accuratamente scansare possibili occasioni di scontro, di protesta, di malumori, di petizioni, di comitati. Di conseguenza, si mette mano all’area ma senza eccedere. Il sindaco, anche per esperienza personale, non ama avventurarsi sul capitolo delle piazze: dalla piazza Vittorio Veneto disegnata da Boris Podrecca al monumento di piazza Goldoni, da piazza Venezia all’illuminazione di piazza Unità, ogni qualvolta si è pensata una modifica delle situazioni urbanistiche, si è verificato un po’ di maltempo.

Infatti, onde evitar onde, Dipiazza indisse una sorta di pronuncia popolare sui progetti affidati a Maurizio Bradaschia. L’architetto-professore ebbe l’incarico nell’autunno del 2018 e fu subito tempesta, perché la pubblicazione di alcuni rendering venne equivocata da qualcuno che ritenne si fosse trattato di proposte definitive. A Bradaschia Dipiazza aveva dato un ordine perentorio: non si sarebbe dovuto nemmeno parlare di riportare l’acqua di Canal Grande davanti alla chiesa di Sant’Antonio. La parte del Canale da via San Spiridione al sagrato venne interrata negli anni Trenta e durante la giunta Cosolini, soprattutto per ispirazione dell’assessore Andrea Dapretto, si tornò a prendere in considerazione la riapertura acquea. Venne bandito un concorso di idee, i cui risultati vennero accantonati una volta che Dipiazza riconquistò il Municipio. Un quartetto di progetti fu sottoposto al pubblico giudizio web nell’estate dello scorso anno. Parteciparono 2.271 utenti ma non si capì mai bene quale idea avesse prevalso: Dipiazza trasse comunque l’auspicio che i partecipanti anelassero a una piazza «verde e vivibile». —


 

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