TRIESTE «Io e la mia famiglia abbiamo ricevuto minacce. Il campanello suonava di continuo anche perché tutti ormai sapevano dove abitavamo. Quindi ho dovuto andarmene da Trieste. Perché quello che è successo ha sconvolto le nostre vite. Vivo continuamente nel dramma di ciò che ha fatto mio figlio. Un figlio malato».
Dietro alla tragedia di Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, i due giovani poliziotti uccisi in Questura il 4 ottobre dell’anno scorso, c’è anche un altro dolore.
Agenti uccisi a Trieste, la madre di Meran: «Costretta a lasciare la città per le minacce. Vivo nel dramma provocato da mio figlio»

«Penso in continuazione al dolore dei familiari dei poliziotti uccisi. Ma anche la mia famiglia è distrutta»