Un appalto che vive di rinnovi straordinari E dal 2011 si aspetta una gara vera e propria
Le amministrazioni di destra e sinistra non sono state finora in grado di bandire una selezione

il focus
Dieci anni in proroga. L’appalto aggiudicato all’impresa veneta Serenissima è stato assegnato nel 2005 ma dal 2011 viene rinnovato con procedura straordinaria di anno in anno. Come quelli relativi ad altre società del settore e altre strutture sanitarie regionali. La politica promette da anni una nuova gara, ma tanto il centrosinistra quanto il centrodestra non sono stati finora in grado di rinnovare il sistema che sta dietro la somministrazione del cibo in ospedale.
Presi complessivamente, gli appalti del settore pesano in Friuli Venezia Giulia venti milioni all’anno e una redistribuzione dei servizi intaccherebbe interessi economici consolidati. A essere coinvolte sono gestioni e metodi di preparazione diversi, per un totale di diecimila pasti al giorno: Serenissima si occupa degli ospedali di Trieste e Udine con un appalto da 12,4 milioni; la coop Camst Descò conta su una concessione da 5 milioni per il servizio fresco-caldo per la sanità territoriale triestina e per le zone di Monfalcone, Cormons, Gorizia e alcune aree del Pordenonese; fresco-caldo anche a Pordenone e Sacile, ad opera della bergamasca Dussmann, con un appalto da 2,7 milioni; Gemona, Tolmezzo e parte del medio Friuli sono infine coperte dalla francese Sodexo con un affidamento da 1,8 milioni.
La relazione dell’Università di Trieste riporta alla ribalta un tema che riguarda anche le case di riposo, come messo nero su bianco negli anni passati da un’altra relazione, stavolta della Direzione centrale Salute, che l’assessore Maria Sandra Telesca non aveva mai diffuso. Il successore Riccardo Riccardi ha da parte sua ha cambiato l’acronimo della centrale unica di committenza della sanità (prima Egas, oggi Arcs), ma non è bastato a produrre quella gara che continua a essere promessa ma sempre rimandata. Nel 2017 era stata la giunta Serracchiani ad annunciare il nuovo bando per l’affidamento del servizio. Poi il nulla anche con l’esecutivo guidato da Massimiliano Fedriga.
L’idea del centrosinistra era uscire dalla dipendenza dal Veneto e attuare un sistema cook and chill centralizzato a Palmanova, razionalizzando il trasporto e abbattendo il numero di imprese coinvolte: una filiera più corta, ma comunque ben lontana dal sistema fresco-caldo e dalle preparazioni espresse consigliati dalla consulenza scientifica alla Fondazione Scuola nazionale servizi di Perugia, costata alla Regione 36 mila euro. Oggi Riccardi minaccia possibili rescissioni del contratto con Serenissima (prorogato per l’ennesima volta di un altro anno con un costo di 5 milioni) e dice che, fosse per lui, si dovrebbe tornare alla cuoca in ospedale. Ma i requisiti del bando in preparazione sono ancora sconosciuti. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori